Lo spettro di un ritorno alle urne si aggira silenzioso a Madrid. La situazione che si è venuta a creare in seguito alle ultime elezioni non è delle più chiare. L’irruzione dei nuovi partiti sorti da movimenti di protesta di vario genere (e colore) ha creato non poco scompiglio nel Parlamento spagnolo. Per la prima volta da anni, il sistema bipolaristico vacilla: i Popolari del presidente uscente Mariano Rajoy sono il primo partito ma non hanno la maggioranza per governare da soli, mentre i Socialisti di Pedro Sanchez non avrebbero i numeri neanche alleandosi con gli indignati di Podemos.
È praticamente impossibile che si riesca a formare un governo alla prima votazione (servirebbe infatti la maggioranza assoluta), ma i partiti già lavorano per le successive chiamate quando basterà la maggioranza relativa dei votanti. Le possibilità all’orizzonte sembrano essere molteplici, ma chi vorrà governare dovrà forzatamente cercare di dialogare con i partiti minoritari, che a questo punto hanno un grande potere fra le mani. Di seguito, gli scenari più plausibili per l’immediato futuro.
La Coalizione di centrodestra Un ruolo importante lo giocheranno i 40 parlamentari di Ciudadanos, schieramento politico più affine ai Popolari che non ai Socialisti. Se Mariano Rajoy riuscisse a convincere anche gli altri partiti minori, neanche un’alleanza fra Podemos e Psoe riuscirebbe a fermarlo. Non un’impresa facile, vista la piccola ma determinante presenza del Partito Nazionalista Basco e di altri partiti regionali, ma comunque possibile. Nessuno ha interesse a tornare alle urne. E se la sinistra non dovesse trovare un accordo, la possibilità di una coalizione guidata da Rajoy diventerebbe concreta. Anche se, data la pluralità degli elementi in campo, il Governo che ne verrebbe fuori sarebbe costantemente a rischio.
La Grande Coalizione Rajoy la vuole, per dare un segnale di stabilità ai mercati. Sanchez per ora nicchia, ma non è detto che un’alleanza fra Popolari e Socialisti non possa vedere la luce nei prossimi giorni. I numeri ci sarebbero, quasi i due terzi dei seggi. Sicuramente sarebbe una soluzione sicura e stabile, impossibile da contrastare da parte degli altri partiti. Ma quanto questo scenario sia di gradimento all’elettorato socialista è tutto da verificare. Con il rischio che, alle prossime elezioni, Podemos vada a sottrarre altri preziosissimi voti a entrambi.
La Lìnea Roja – La prima idea di Pedro Sanchez è di accordarsi con Podemos. Non semplice, alla luce della precisa richiesta di Pablo Iglesias, numero uno dei viola: il referendum in Catalogna. Se Sanchez deciderà di acconsentire, allo schieramento si aggiungerebbero anche Erc (Sinistra Repubblicana di Catalogna) e gli altri gruppi di sinistra come Izquerda Unida. A quel punto, anche se Rajoy riuscisse a portare ai Popolari i 40 seggi di Ciudadanos, sarebbe complicato per lui riuscire a opporsi a quella lìnea roja invocata proprio oggi da Iglesias durante il suo primo discorso in Parlamento.
Una situazione comunque complicata, che non si risolverà senza qualche compromesso, soprattutto per quel che riguarda la Catalogna. L’unica cosa certa, è che il prossimo Governo di Madrid non avrà sicuramente vita facile.
Umberto Preite Martinez