Questo referendum non sha da fare: a pochi giorni dalla votazione plebiscitaria (indetta per l1 ottobre), per la quale i cittadini si recheranno alle urne circa lindipendenza della Catalogna, oggi la Guardia Civil spagnola ha effettuato ben 12 arresti nellambito di unevidente operazione volta a smontare la svolta secessionista. E il Segretario Generale dell’area economia del governo regionale catalan,o Josep Maria Jové (numero due del vicepresidente della Generalitat di Catalogna, Oriol Junqueras), l esponente di spicco arrestato dalla convocazione del referendum. Complessivamente sono almeno dieci le persone arrestate dalla Guardia Civil, che ha anche operato diverse perquisizioni, dopo aver fatto irruzione in diverse sedi dell’esecutivo catalano. Carles Campuzano, portavoce di PdeCat (il partito democratico catalano europeo), ha duramente denunciato “un tentativo di umiliazione della società catalana ed un attacco sistematico al governo catalano”. Una situazione complessa e delicata che rischia di trascendere. A Barcellona ad esempio, in migliaia si sono riversati nelle strade per protestare contro gli arresti. Mentre un gruppo di manifestanti secessionisti ha collocato un’urna elettorale davanti agli agenti, altri dopo aver accerchiato un’auto della Guardia Civil hanno urlato: “fuori le forze di occupazione”. Dal canto suo il portavoce in Parlamento di En Comu Podem (partito del sindaco Ada Colau che, appresa la notizia degli arresti, insieme ad altri deputati catalani ha lasciato l’aula), ha affermato: “Convochiamo una mobilitazione in Catalogna perché siamo in un momento grave di attacco alle libertà. Alcuni di noi stanno andando in Catalogna ha aggiunto Xavier Domènech – altri rimarranno a Madrid per coordinare le cose. Urge una reazione unitaria e serena”.
M.