Per limitare gli effetti sulle imprese dell’impennata dei prezzi dell’energia ”
serve una strategia di politica industriale. Abbiamo la necessità che i nostri giacimenti di gas siano maggiormente valorizzati, per bilanciare i prezzi, e che ci siano agevolazioni fiscali”. E’ l’appello lanciato dal presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, nel suo intervento alla conferenza dell’Osservatorio Geoeconomia promosso da Ispi e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Assolombarda e Sace. “Francia e Germania stanno affrontando la questione con una strategia di politica industriale mirata, mentre il governo italiano ha stanziato finora circa 8 miliardi di euro rivolgendosi principalmente alle famiglie e alle piccole aziende in difficoltà”, ha spiegato.
“La vera emergenza” che stanno affrontando le imprese, ha spiegato riguarda l’energia. “Il prezzo dell’energia è aumentato del 50% a dicembre 2021 rispetto al periodo pre-Covid, con andamenti molto differenti fra fonti energetiche”, con il gas naturale aumentato del 383%. “Vista la dipendenza del nostro Paese dalle fonti fossili, rischiamo di essere penalizzati da questo shock energetico. Secondo le stime di Intesa Sanpaolo, la perdita di Pil dovrebbe raggiungere il mezzo punto percentuale, colpendo sia i consumi delle famiglie che gli investimenti delle imprese”. Spada ha definito la situazione “allarmante: le aziende sono strozzate dai prezzi, al punto che s
i paventa un arresto delle attività produttive anche in presenza di ordini”.
La situazione, ha sottolineato, “necessita di interventi urgenti e immediatamente applicati. Siamo arrivati a un punto critico, al quale la maggiorazione delle spese di produzione non potrà più essere assorbita dalle imprese stesse, ma dovrà essere purtroppo essere scaricata sui prodotti, con il rischio di un grande aumento dei prezzi finali”.