Un giardino al tramonto dove ascoltare musica. Una terrazza straordinaria dove mangiare una carbonara. Un’antica basilica per una messa speciale. Sono solo alcune delle esperienze da fare nella Capitale suggerite dal nuovo libro ‘Soul of Roma’ di Carolina Vincenti, pubblicato dalla casa editrice internazionale Jonglez, disponibile in italiano, inglese, francese e tedesco.
Il libro, presentato oggi negli spazi di Le Serre by Vivi, è una guida speciale per godere di Roma a 360 gradi, per assaporare la normalità straordinaria e la quotidianità eccezionale al di fuori dei percorsi turistici tradizionali.
“Sono anni che racconto Roma. Passeggio con stranieri condividendo con loro la sua bellezza, spiegando la sua unicità, ed immancabilmente, dopo aver parlato d’antichità, di chiese paleocristiane, di affreschi rinascimentali, di statue barocche, si finisce per diventare un pò più amici. Incominciano allora le domande pratiche, quelle che renderanno poi il loro soggiorno più ‘gradevole'”, dice Carolina Vincenti presentando il volume.
“Mi chiedono dove mangiare, dove dormire la prossima volta che torneranno, ma quello che più mi chiedono è dove cogliere la romanità, il soul of Rome. Inizio allora a stilare su pezzi di carta di fortuna lunghe liste”, prosegue. La ‘guida speciale’ “è una lista di luoghi Soul, genere musicale che per altro adoro. Contiene i luoghi del riposo dopo la cultura. Della leggerezza dopo la fatica. Queste 30 esperienze sono i posti che hanno conservato lo spirito della città, da scoprire dopo aver pagato tributo alla grande bellezza, all’arte, ai monumenti”. “Per noi romani possono sembrare ovvi, ma per lo straniero sono un prezioso viatico per godersi la città. Non ci troverete il Colosseo e la fontana di Trevi ma luoghi dove sostare con leggerezza, luoghi per oziare, attività romana par excellence”, dice ancora.
Qualche esempio? “Un giardino al tramonto dove ascoltare cantautori di strada sotto i pini del giardino degli aranci, una antica basilica per ascoltare una messa cantata, un gelataio ancora artigiano. O-un’idea per riportare a casa qualcosa di romano e di insolito come un quaderno fatto a mano con le meravigliose carte preziose di Federica o le calze da cardinale”. E ancora: “Un luogo per correre o fare una camminata come lo Stadio dei Marmi”, magari prima di salire su “una delle terrazze di Roma dove farsi accecare dal sole e dalle cupole”.
“Ho pensato a una guida per sottrazioni, scegliendo frammenti di anima sopravvissuti all’uniformità e al turismo di massa. Ho voluto anche metterci un vinaio dove si beve un bicchiere di vino appoggiandosi ad una macchina, i rigattieri per hobby che svuotano gli armadi delle damazze romane, il biscottificio innocenti dal sapore neorealista dove la padrona mette in un sacchetto una varietà di biscotti da sgranocchiare di fronte alla decapitata Santa Cecilia, pochi metri oltre, o davanti alle estasi della Beata Ludovica Albertoni del Bernini, in via San Francesco a Ripa”, dice illustrando il ‘menù’ per anima e corpo. “Sono le 30 esperienze che noi romani facciamo quotidianamente, che per noi non sono segrete e che ci rendono felici come mangiare un pezzo di pizza al taglio a Campo dei Fiori o girare il sabato e la domenica per le bancarelle del mercato di San Teodoro”.
“Mi piace pensare a questi luoghi come a piccole isole, dove approdare per carpire l’anima magica e velenosa di Roma come direbbe il magnifico poeta Valerio Magrelli al quale lascio la parola tra pochi istanti e che ho intervistato in quanto anima poetica della città assieme a Fulvio Pierangelini, anche lui romano, chef d’ineguagliabile talento, cuoco che definirei seducente oltre ogni misura. Mentre lavoravo alla guida è sopraggiunto il lockdown e alcuni posti che avevo scelto hanno chiuso per sempre come la magnifica manifattura per cappelli romana con i suoi manichini ma gran parte dei posti hanno resistito e siamo qui stasera per sperare che sopravvivano e per sceglierne altri”, conclude.