(Adnkronos) – Bene gli armamenti militari al 2% del Pil “perché non si tratta di spese, ma di investimenti, di interventi che sono utili per la crescita della nostra industria”, mentre la no fly zone “è un rischio che non è possibile correre, troppo grande”. Dobbiamo continuare a percorrere “la via diplomatica, che è la scelta migliore” con “l’obiettivo di cercare la pace e lo stop alla guerra”. La sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli, esponente della Lega al governo fa il punto con l’AdnKronos sul conflitto Ucraina-Russia, partendo dalla mossa della Camera, che nelle scorse ore ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese per la difesa fino al 2 per cento del Pil, attualmente è all’1,54.
Sul tema del riarmo assicura: “Lo condivido pienamente, investiamo sugli uomini, sul comparto Difesa, che ha già dato prova durante il lockdown da pandemia”. “Noi – dice – siamo già un paese leader a livello internazionale, nel settore navale, per quanto riguarda la realizzazione delle unità e degli armamenti marittimi, facendo le giuste scelte possiamo diventare leader anche nel terrestre”.
Pucciarelli segnala come invece “oggi il numero delle dotazioni è insufficiente, rispetto alle esigenze, agli scenari complessi e delicati che abbiamo di fronte”. Nel mirino finisce la legge 244: “deve essere rivista – sottolinea la sottosegretaria di Sarzana – . Si prevede di arrivare a un complessivo di 150mila uomini nel 2024, con un taglio deciso, chiaro che questo non va bene, fatichiamo a far fronte alle missioni nazionali e estere”.
In sofferenza in particolare la Marina militare: “Siamo sotto di 30mila unità – dice intervistata dall’AdnKronos – ci sono equipaggi che rientrano dopo sei mesi di missione, ma sono costretti a ripartire nel giro di pochi giorni”. Anche per le forze di terra, la sottosegretaria lamenta carenze: “Servono servono dotazioni adeguate, strutture all’altezza, nelle caserme, quando mi reco in visita, sono in imbarazzo vedendo i tagli che cosa hanno determinato”.
Il discorso si allarga agli altri paesi della Ue: “Ho detto ben venga il 2%, del Pil da destinare al comparto, ma non posso non sottolineare quello che ha fatto la Germania, l’investimento da 100 mld, che sono soldi fuori dal patto di stabilità, un cosa che bisogna sia concessa anche agli altri paesi”.
“Abbiamo dato una risposta unitaria sull’Ucraina – spiega – ora serve pure che ci siano condizioni analoghe per tutti i paesi europei, altrimenti abbiamo un gradino più su Francia e Germania, l’una potenza nucleare, l’altra economica, con tutti quei soldi da investire fuori debito”. Quindi “serve un accordo tra stati membri dell’Unione, serve rafforzare l’Europa in modo uniforme, non sbilanciato”.
L’ultima domanda all’esponente della Difesa è sulla circolare diramata nelle scorse ore che ‘allerta’ le forze armate italiane: “La circolare è una come tante che arrivano, la verità – argomenta – è che le nostre forze armate sono sempre pronte a rispondere di fronte alle criticità, con la gestione della pandemia c’è stato un apporto forte”. “Nulla di nuovo, c’è una emergenza”, dice riferendosi alla guerra ai confini d’Europa. “Ci si tiene pronti, per le azioni che serviranno, magari anche per gestire i profughi”.