La riduzione delle emissioni di gas serra e il passaggio a fonti di energia sostenibili rappresentano una sfida cruciale per le organizzazioni in tutto il mondo. L’indagine “La decarbonizzazione dei consumi”, condotta da Fire, ha esplorato le attuali dinamiche della transizione energetica, evidenziando il ruolo crescente delle tecnologie elettriche, l’uso di combustibili rinnovabili e idrogeno, e le difficoltà che le aziende devono affrontare in questo processo. Tra i principali settori analizzati, il civile mostra maggior dinamismo rispetto a quello industriale e dei trasporti, sebbene restino numerose barriere economiche e normative da superare. L’indagine, presentata durante un webinar con la partecipazione di esperti del settore, ha evidenziato la necessità di politiche chiare e a lungo termine per facilitare la decarbonizzazione e migliorare l’efficienza energetica, soprattutto in Italia.
La decarbonizzazione dei consumi energetici rappresenta una delle sfide più urgenti per ridurre le emissioni di gas serra e combattere il cambiamento climatico. Fire, attraverso la sua indagine, ha analizzato il processo di transizione dalle tecnologie termiche a quelle elettriche, l’adozione di combustibili rinnovabili e l’integrazione dell’idrogeno nei processi industriali e nella mobilità. Questi cambiamenti, sebbene essenziali per la sostenibilità a lungo termine, sono spesso ostacolati da costi elevati e da un quadro normativo incerto.
Dall’indagine emerge che le imprese stanno decarbonizzando spinte da una combinazione di fattori: la sostenibilità ambientale, l’accesso a risorse di capitalizzazione, la sicurezza energetica, le richieste della clientela e le normative che incentivano l’abbandono dei combustibili fossili. In questo contesto, il settore civile si distingue per la sua maggiore dinamicità, mentre quello industriale, specialmente nei settori hard-to-abate, risente della mancanza di soluzioni tecnologiche economicamente vantaggiose.
Aggiornamento ore 10
Il settore civile, in particolare, si sta muovendo più velocemente verso la decarbonizzazione rispetto a quello industriale. Questo è dovuto alla crescente diffusione di tecnologie come le pompe di calore, che consentono un’efficientamento energetico significativo, specialmente in ambiti dove non è necessaria la produzione di vapore o l’utilizzo di fluidi ad alte temperature. Tuttavia, questo dinamismo viene frenato da costi iniziali molto elevati e da tempi di ritorno sugli investimenti relativamente lunghi, rendendo difficile per molti soggetti adottare su larga scala soluzioni sostenibili.
Nonostante le difficoltà, il settore civile rappresenta un’area con ampie possibilità di intervento, soprattutto se si considerano gli incentivi economici che potrebbero rendere più accessibili le tecnologie a basse emissioni. Tuttavia, una politica più chiara e stabile nel lungo periodo sarebbe necessaria per superare le barriere finanziarie e normative che ancora limitano la diffusione delle soluzioni ecologiche.
Aggiornamento ore 11
L’industria ha già svolto un ruolo significativo nella riduzione delle emissioni, ma continua a incontrare ostacoli nel proseguire questo percorso. In particolare, i settori definiti hard-to-abate, ovvero quelli in cui i processi produttivi richiedono tecnologie difficili da sostituire, incontrano difficoltà maggiori nel ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili. Al momento, non esistono soluzioni economicamente efficaci per decarbonizzare completamente questi settori.
Anche il settore dei trasporti, sebbene in crescita per quanto riguarda la mobilità elettrica, risente delle difficoltà legate alla diffusione di veicoli alimentati a idrogeno o elettricità, in particolare per quanto riguarda i trasporti pesanti. La scarsità di infrastrutture e la necessità di grandi investimenti frenano l’espansione delle tecnologie a zero emissioni in questo ambito.
Le politiche nazionali, soprattutto in Italia, non offrono un sostegno adeguato alla decarbonizzazione. La mancanza di una visione di medio-lungo termine limita lo sviluppo di una filiera produttiva solida e ostacola la transizione verso fonti di energia più sostenibili. Anche la disparità tra le tariffe elettriche e del gas frena ulteriormente l’elettrificazione, rendendo più difficile per le imprese e le pubbliche amministrazioni investire in soluzioni ecologiche.
In questo scenario, l’indagine di Fire ha sottolineato il ruolo chiave dell’energy manager. Queste figure professionali giocano un ruolo centrale nella promozione di progetti di riduzione delle emissioni e nel facilitare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Gli energy manager, insieme a ESCO, progettisti ed esperti del settore, devono affrontare la sfida di trasformare gli studi di fattibilità in progetti concreti, cercando di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Aggiornamento ore 12