“Lo Sport, con i contenuti valoriali, la forza comunicativa e la capillarità sociale che esprime e rappresenta può e deve diventare un fondamentale interprete di buone pratiche di sviluppo sostenibile e un utile alleato quotidiano del benessere collettivo; ma servono maggiori e più oggettive consapevolezze, impegno e azioni costanti nel tempo, visione comune e iniziative coordinate, pianificazione delle attività e valutazioni del relativo impatto, diretto, indiretto e indotto”. Ad affermarlo è Andrea Abodi, Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura, che oggi è intervenuto al ‘Forum Sostenibilità – La grande sfida per il futuro’ organizzato da Il Sole 24 Ore, in collaborazione con la Santa Sede, obiettivo puntato anche sul mondo dello sport, con il focus ‘Sport e sviluppo sostenibile: verso nuovi modelli di benessere collettivo’. All’incontro hanno partecipato anche la sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali, al Presidente del Coni Giovanni Malagò, a Simone Barlaam e Gregorio Paltrinieri, rispettivamente plurimedagliato paralimpico e olimpico nel nuoto ai Giochi di Tokyo 2020.
“Questi due temi, profondamente legati tra loro, hanno bisogno di sintonia e armonia per esprimere tutto il loro potenziale e, al tempo stesso, di chiarezza e di condivisione dei rispettivi significati. Senza un vocabolario condiviso, per quanto con l’opportuna libertà nell’interpretazione, rischiamo di usare gli stessi termini, ma di non dare lo stesso significato e, soprattutto, di non ritrovarci sul terreno delle azioni concrete, coordinate e coerenti, fattori dei quali lo sviluppo sostenibile e il benessere collettivo hanno assolutamente bisogno”, sottolinea.
“Non è questione di marketing o di comunicazione, ma di sostanza per quanto siamo consapevoli che soprattutto quando parliamo di sostenibilità e di sviluppo sostenibile, ci troviamo di fronte a concetti nei confronti dei quali diventa sempre più difficile avere un approccio elusivo, anche se è evidente che non sempre questo approccio o la relativa interpretazione, siano il frutto di profonde convinzioni, ma spesso vengano determinati da circostanze, da convenienze, se non addirittura da una sorta di costrizione, determinata dall’essere un tema di tendenza o di moda”, aggiunge.
“Il benessere delle nostre comunità attraverso lo Sport, al di là delle libere interpretazioni del concetto stesso di benessere e della titolarità del tema affidato alle politiche pubbliche del Governo centrale e di quello del Territorio, riguarda un Istituto come il Credito Sportivo perché siamo convinti che le infrastrutture sportive siano un fattore abilitante proprio del rapporto integrato ‘benessere-collettività’ o comunità, capace di svolgere un ruolo centrale nell’affermazione di un modello di sport che si sviluppa e si afferma in modo sostenibile. In una duplice declinazione: da un lato legata ai temi “sicurezza infrastrutturale, accessibilità, compatibilità ambientale e implementazione tecnologica” e dall’altro capace di trovare un equilibrio nella sua dimensione ambientale, sociale ed economica”, sottolinea.
“Resta inteso – rileva Abodi – che quando parliamo di benessere collettivo, ci riferiamo, in una sintesi estrema, alla relazione e alla interazione tra la salute fisica delle persone e a quella sociale dei singoli e della comunità. In quest’ottica penso sia molto importante prendere coscienza del ruolo dello Sport inteso come una delle ‘difese immunitarie fisiche e sociali’, per poter dare il giusto impulso e il necessario supporto, proprio per favorirne lo sviluppo sostenibile e garantirne l’efficacia”, aggiunge.
“Con l’Enciclica Laudato Si e nei suoi costanti richiami al rispetto della persona e dell’ambiente che ci ospita, il Santo Padre continua a rivolgersi con enfasi a ognuno di noi, ma soprattutto alle classi dirigenti, perché vengano prese decisioni concrete e indifferibili per mettere in sicurezza i temi oggetto di questo incontro. Così come l’Agenda 2030, che considero, mi auguro senza mancar di rispetto, una sorta di enciclica laica che certamente ha ispirato anche il Presidente Draghi nel corso del suo intervento all’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, occasione nella quale ha ribadito come la nostra azione debba essere immediata, rapida e su larga scala. In tal senso, avremo un primo riscontro, mi auguro positivo e tangibile, a partire dai due prossimi summit: il G20 italiano e il COP26 di Glasgow”.
“Entrando nella concretezza che ci siamo imposti – sottolinea – , penso sia importante proporre azioni concrete che diano il senso di un impegno decennale, con effetti quotidiani, peraltro misurabili e documentabili”. Prima proposta, aggiunge, “implementiamo ulteriormente il database alimentato dal censimento del patrimonio impiantistico sportivo italiano, pubblico e privato, andando oltre la geolocalizzazione e le altre informazioni-base, per poter disporre di ulteriori elementi, utili per valutare se una palestra, una piscina, un palazzetto o uno stadio, possano migliorare, per esempio, il proprio modello energetico. Ci sono incredibili inefficienze in quest’ambito che producono effetti negativi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”.
Seconda proposta, rileva, “anche con i fondi del Pnrr e con cofinanziamenti assistiti da incentivi, facciamo diventare i Centri di Preparazione Olimpica e i Centri Federali luoghi non solo di eccellenza sportiva, ma anche dello sviluppo sostenibile. Terza proposta: allargare i benefici dei bonus fiscali, a partire dal superbonus 110%, all’intero impianto sportivo, naturalmente con risorse programmate, affrontando in modo più efficace e incentivato l’arretratezza e le enormi inefficienze energetiche delle infrastrutture sportive del nostro Paese”.
Quarta proposta, sottolinea, “integriamo i fattori di sviluppo sostenibile all’interno dei modelli aziendali per ottenere la certificazione B Corp o acquisire lo status di Società Benefit, non tanto per ottenere un attestato, ma per strutturare un modello di gestione orientato concretamente e oggettivamente alla responsabilità sociale, alla sostenibilità e al benessere collettivo, in un’ottica di sviluppo durevole, come lo definisce sistematicamente nei suoi interventi il ministro Giovannini”.