Le europee ruoteranno attorno al duello Grillo-Renzi e sull’astensione che si aggirerà sul 40%. Sono i due punti fermi che, secondo i sondaggisti, caratterizzeranno il voto del 25 maggio. Uno zoccolo duro, quello del non-voto che, secondo Nicola Piepoli, è però fisiologico e consolida comunque il “primato” dell’Italia per l’affluenza in ambito Ue. “In un paese civile come i Paesi Bassi la percentuale di affluenza ha registrato il 35%”, ha osservato infatti Piepoli. “Il rischio astensionismo è molto forte – ha sottolineato Renato Mannheimer – anche perché questa campagna elettorale non è stata travolgente, e sono in tanti che, specie al Sud, sono incerti se disertare le urne oppure votare per Grillo”. “Più che nel passato – ha aggiunto – si deciderà nell’ultimissimo momento”. Il parametro per decretare la vittoria dei due contendenti? “Se Renzi va sotto di 5 punti rispetto ai 5 Stelle per Grillo sarà una grande vittoria”. Per Nicola Piepoli, a questo punto i giochi sono fatti e “le quote di voto sono ormai stabilizzate: 1/3 al Pd, 1/4 a Grillo 1/5 a Berlusconi”. A suo giudizio, “per un sorpasso del Pd da parte di Grillo occorre una forte astensione”. E questo perché l’area del non-voto – sottolinea Piepoli – è composta soprattutto da moderati disinteressati e demotivati. Dunque, Grillo non pesca più di tanto nell’area dell’astensione. Anzi paradossalmente quei moderati-demotivati possono essere ’aizzati’ da Grillo e vanno alle urne, ma per un voto che vada contro il comico. Ad ogni modo secondo Piepoli “i giochi sono fatti e il voto è stato in gran parte deciso”. I parametri? “Grillo stravince se supera il 30%, straperde se va sotto il 20. Renzi stravince se va al 35%, straperde se al 25”. Resta come sempre sullo sfondo quello che i sondaggisti chiamano il “cigno nero”, ossia, un evento quasi “impossibile” ma sempre da contemplare, che si può esplicitare con un esempio: che “Grillo prenda solo il 15% o schizzi al 40%”