Sondaggi politici sulle prossime elezioni comunali di Roma. Se il 47% è ancora indeciso o non voterà, alle urne si recherà il 53% dei cittadini. E secondo la rilevazione Index Research per Piazzapulita, nelle intenzioni di voto Enrico Michetti (centrodestra) sarebbe primo in una forbice tra il 29-33%, Roberto Gualtieri (centrosinistra) secondo al 25-29%, Virginia Raggi (M5S) terza al 21-25%, Carlo Calenda (Azione) quarto, tra il 15-19%. Altri 2-5%.
Questa la fotografia dei voti di lista: per il centrodestra FdI al 17,5%, Lega 6%, Lista Michetti sindaco 4,5%, Forza Italia 3,5%, altre di centrodestra 0,5% per un totale della coalizione al 32%. Per il centrosinistra, Partito democratico 18,5%, Lista Gualtieri sindaco 5%, Sinistra civica ecologista 3,2%, altre di di centrosinistra 3% per un totale della coalizione al 29,7%. Per la sindaca uscente, M5S al 14%, Lista Virginia Raggi al 6,5%, altre 1% per un totale di coalizione al 21,5%. Per Calenda, Lista civica Calenda sindaco al 14,5%, altre liste 2,3%.
Tra le ipotesi di ballottaggio, tuttavia, in una sfida al secondo turno fra Michetti e Gualtieri, il dem vincerebbe al 55% contro il 45% del candidato di centrodestra. E tra Gualtieri e Raggi, Gualtieri resterebbe primo al 58% contro il 42% della sindaca uscente. Tra Michetti e Raggi sarebbe primo il candidato di centrodestra con il 59% (41% Raggi), mentre in una sfida tra Raggi e Calenda, anche Calenda si attesterebbe al 59% contro il 41% della sindaca uscente.
IPSOS – A cinque anni di distanza dal successo di Raggi a Roma (come pure quello di Chiara Appendino a Torino), le valutazioni dei romani sull’amministrazione uscente sono molto severe: il 61% dà un giudizio negativo, contro il 37% che si esprime soddisfazione. Peraltro, le misure adottate dall’amministrazione comunale per contenere la pandemia sono state giudicate efficaci dal 59% dei cittadini (contro il 37% di critici). E’ quanto emerge da un sondaggio di Ipsos Italia di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera. Le priorità della città sono molte e particolarmente sentite, a partire dalla gestione dei rifiuti, menzionata da oltre un romano su due (56%), seguita dai trasporti pubblici e della viabilità (46%) e, più a distanza, dal decoro urbano (23%) e dall’occupazione (21%).
E anche a Roma, come nelle altre tre città analizzate nei giorni scorsi, prevale l’idea che la città dopo un anno e mezzo di pandemia sia più divisa (la pensa così il 58%) che unita (15%). In questo clima di diffuso scontento il voto ha un significato locale per il 46%, mentre il 37% lo considera un test che avrà riflessi sulla politica nazionale. E il desiderio di cambiamento è comprovato dall’elevato numero di candidati (22), di liste (39) e di aspiranti consiglieri comunali (circa 1.800) che si presentano alla competizione elettorale. Al momento il candidato del centrodestra Enrico Michetti con il 36% è stimato in vantaggio sul candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri (28,5%); a seguire Virginia Raggi con il 15,5% e Carlo Calenda con il 14%. Gli altri candidati fanno registrare valori molto contenuti, per un totale del 6%, mentre gli indecisi di attestano al 32,8%. (segue)
Riguardo alle preferenze di lista si raccomanda grande cautela nella lettura delle stime, tenuto conto della complessità da parte degli intervistati nella scelta tra 39 diversi soggetti. Ebbene il Pd è accreditato del 22,8%, FdI si attesta al 18,2%, la Lega al 14% e Forza Italia-Udc al 4,8%. Confrontando i voti attribuiti alle coalizioni con quelli stimati per i candidati si osserva che Michetti e Gualtieri otterrebbero meno voti rispetto alle coalizioni che li sostengono, mentre Raggi e Calenda sono accreditati di un risultato superiore a quello della lista. Quanto al ballottaggio, nell’ipotesi di una sfida tra Michetti e Gualtieri, a differenza di quanto emergerebbe al primo turno le stime danno in vantaggio l’ex ministro per 53% a 47%, grazie soprattutto al voto prevalente di coloro che al primo turno intendono votare per Raggi (75%) e per Calenda (83%).
Per i romani il pronostico di chi approderà in Campidoglio è decisamente incerto: quasi uno su due non si sbilancia, il 17% prevede l’affermazione di Michetti, il 15% di Gualtieri, il 13% Calenda e solo il 7% la sindaca uscente. In conclusione, sulla base delle stime dei sondaggi realizzati nelle quattro principali città chiamate al voto, attualmente a Milano e a Napoli il candidato del centrosinistra fa registrare un vantaggio netto sia al primo che al secondo turno, mentre a Torino e a Roma la situazione appare più incerta, infatti il vantaggio del candidato del centrodestra al primo turno al momento non è accompagnato dalla garanzia di una vittoria al secondo turno. La campagna elettorale entra ora nel vivo e giova ricordare che alle ultime elezioni quasi un elettore su quattro ha deciso se e chi votare nelle ultime due settimane, quindi le stime percentuali pubblicate in questi giorni per i candidati e, soprattutto, per le liste potrebbero differire dal risultato finale. Giova anche ricordare che, sebbene (comprensibilmente) i commentatori all’indomani delle elezioni daranno un significato nazionale alle consultazioni comunali, le rilevazioni ci dicono che la scelta di voto della maggioranza dei cittadini si baserà sulle priorità e le aspettative riguardanti il proprio territorio e sulla credibilità dei candidati locali.