“Unica nota positiva il fatto che negli ultimi 10 anni (dal 2010 al 2019) si nota come nel corso degli anni ci sia stato un netto miglioramento del numero delle città oltre i limiti del PM10. Si è infatti passati dalle 62 città fuorilegge del 2010 alle 26 del 2019 con un trend più o meno costantemente in calo negli anni, ad eccezione di qualche annata particolarmente critica”.
E’ forse questa una delle poche note positive, emersa dall’analisi dei dati illustrati da ‘Mal’aria’, lo studio che Legambiente ogni anno dedica all’inquinamento atmosferico delle città italiane. A rendere però particolare questa edizione, l’inserimento di nuovi dati, dedicati alle città in codice rosso, sia sul 2019, che relativi al decennio passato. Ad ogni modo, ha tenuto a sottolineare Legambiente nel corso della presentazione de report, “In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntale ogni anno“.
Polveri sottili ed ozono assediano i centri urbani
Basta infatti guardare ‘soltanto’ alle giornate in cui le centraline delle città hanno superato i limiti rilevati dalle centraline, nelle prime tre settimane di questo nuovo anno, per capire che situazione stiamo vivendo. Ad esempio a Frosinone e a Milano, i limiti di PM10 sono stati superati 19 volte, a Padova, Torino e Treviso (18), a Napoli (16), e a Roma (15).
Tornando invece all’anno appena passato, ‘Mal’aria’ nel 2019 ha inserito ‘nella lista nera’ ben 54 capoluoghi, che hanno puntualmente superato i limiti. Limiti, fissati per le polveri sottili (i cosiddetti PM10) non oltre 35 giorni nel corso dell’anno, e per l’ozono (03), non oltre i 25.
Tra le città che hanno maggiormente sforato tali limiti, la maglia nera va a Torino, capace di collezionare ben 147 giorni (86 dei quali i PM10, e 61 per l’ozono). Quindi a seguire, Lodi (135 giorni) e, addirittura, Pavia (130).
Nello specifico, ecco l’ubicazione delle centraline che in ciascuna città hanno registrato dati record per quel che riguarda le giornate a limite PM10: centralina Grassi di Torino: 86 giorni di superamento; centralina Marche di Milano (72 giornate); centralina Centro di Rovigo (69); centralina Scalo di Frosinone (68); centralina Beccaria di Venezia, e centralina D’Annunzio di Alessandria (66); centralina Arcella di Padova, e Centralina P.zza Minerva di Pavia (65); centralina di P.zza Cadorna di Cremona (64); centralina S. Agnese di Treviso (62).
Per quel che riguarda invece l’ozono (solitamente attivo nel periodo estivo), tra le 52 città che hanno maggiormente superato il limite (oltre i 120 microgrammi) superando i 25 giorni ‘tollerati’, ecco Lodi e Piacenza (80 giorni); Lecco (73); Bergamo (72); Monza e Pavia (65).
Torino purtroppo è ‘maglia nera’ da dieci anni
Analizzando invece il decennio compreso fra il 2010 ed il 2019, Legambiente ha ‘strettamente’ monitorato ben 67 città, tra quelle che anche una sola volta hanno infranto i limiti delle PM10. Ebbene, Alessandria, Asti, Brescia, Cremona, Frosinone, Lodi, Milano, Modena, Napoli, Padova, Pavia, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Torino, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, ogni anno superato per almeno 10 volte l’anno i limiti, rappresentando il 28% del campione.
Negli ultimi 10 anni Torino ha purtroppo mantenuto la sua ‘pessima media’, risultando in vetta alla ‘top ten’ 7 volte su 10, in virtù dei complessivi 1086 giorni di inquinamento. Altrettanto male, ma con 1000 gionri, Frosinone, che ha toccato per ben 7 volte il podio. Segue poi Alessandria (896 giorni); quindi Milano (890); poi Vicenza (846 giorni); ed infine Asti (836). Invece Cremona, Padova, Pavia, Brescia, Monza, Venezia, Treviso e Lodi (730).
Max