(Adnkronos) – Smart working per i lavoratori fragili prorogato fino al prossimo 30 giugno. L’annuncio è del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo: “Con l’emendamento al Milleproroghe confermiamo l’attenzione del Governo per i lavoratori fragili, investendo risorse per la tutela e la salvaguardia di quelle categorie di dipendenti del comparto pubblico a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione”, sottolinea. Il decreto Milleproroghe è stato approvato oggi dalle Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato, che hanno conferito quindi il mandato ai relatori Balboni e Damiani dopo aver votato gli emendamenti. Il testo è atteso ora martedì 14 in Aula, alle ore 16.30.
“Non era un risultato scontato – prosegue Zangrillo – ma abbiamo lavorato intensamente, trovando le risorse anche per le sostituzioni di personale indifferibile del comparto scuola e sanitario mettendo insieme le imprescindibili esigenze di tutela dei lavorati e la garanzia dei servizi”. Anche in questa occasione abbiamo dimostrato di non creare distinguo tra lavoratori pubblici e lavoratori privati”.
Parlando della trasformazione digitale nel mercato del lavoro pubblico e privato ad un evento organizzato da Italian Digital Revolution per l’avvio del 2023 anno europeo dedicato alle competenze, ha poi aggiunto: “Il sogno non deve essere il posto fisso, la vera ricchezza delle nuove generazioni è quella che consentirà di vivere il mercato del lavoro in maniera virtuosa senza avere delle ansie” e dunque “non è trovare l’azienda con il posto fisso ma sapere di essere detentori di un profilo di competenze che è quello che le aziende cercano. E questo vale anche per la Pa”. “Spero che i giovani – sottolinea ancora – guardino la Pubblica amministrazione non perché garantisce il posto fisso ma perché consente di fare delle esperienze sfidanti”.
“Siamo tutti costretti ad aggiornarci in modo continuo e collocandovi nel mondo del lavoro – ha detto rivolgendosi ad una platea di liceali intervenuta all’evento – io credo che la cosa più importate non sia trovare all’inizio l’azienda che vi paga di più, o che sembra la più fashion ma cercare di collocarvi nelle organizzazioni che vi offrono l’opportunità di continuare a formarvi, a crescere e ad arricchire le vostre capacità”.
“In Italia stiamo assistendo ad un paradosso – ha proseguito il ministro – abbiamo una disoccupazione intorno all’8% eppure abbiamo 750mila posti lavoro inevasi perché mancano le competenze. Sta succedendo una cosa interessante oggi non sono più le aziende che scelgono i lavoratori ma sono i lavoratori che si scelgono le aziende”.