Trovare una soluzione per la Siria? “L’Iraq ci ha insegnato che non possiamo risolvere i problemi da soli. Ma gli Stati Uniti sono pronti a lavorare con tutti i Paesi, compresi Russia ed Iran”. Con queste parole, precisando però che gli Usa non sono affatto favorevoli ad ’avere a che fare’ con Bashar Assad in un’eventuale cooperazione (“Non siamoo disposti a tornare alla situazione precedente alla guerra), il presidente Barack Obama ha affrontato la platea della 70esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu. Dialtra parte ’gli errori’ commessi nel 2011 bruciano ancora: “In Libria avremmo dovuto fare di più per evitare un vuoto di potere prima del collasso dello stato”. Tuttavia Obama ha tenuto a precisare che gli Usa “aiuteranno ogni governo legittimo libico”. Interessante, in apertura dei lavori, l’intervento di Ban Ki Moon che non ha esitato ad evidenziare l’attuale “paralisi diplomatica” all’interno del Consiglio di Sicurezza: “Quattro anni di paralisi diplomatica hanno fatto sì che la crisi siriana sia diventata fuori controllo”. Secondo il Segretario generale dell’Onu, la Russia, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita, l’Iran e la Turchia sono i principali attori internazionali che detengono la chiave per la soluzione del conflitto siriano: “non c’è soluzione militare al conflitto in Siria” auspicando “compromessi” tra le parti. Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin a invocato l’immediata costituzione di una “ampia coalizione davvero internazionale per combattere contro il terrorismo: un’iniziativa simile “alla coalizione contro Hitler formata durante la Seconda guerra mondiale. La situazione attuale nel mondo non può essere ulteriormente tollerata – ha ammonito il leader del Cremlino – Il rifiuto a cooperare con le forze di Assad è un enorme errore, perché bisogna riconoscere che nessuno eccetto per Assad e le sue milizie combattono davvero l’Is in Siria”. Quanto all’Isis Putin ha le idee chiare: “non fa altro che prendersi gioco della religione islamica e viola continuamente i diritti umani”.
M.