Dunque ci siamo: Bashar al-Assad, presidente della Siria, ha dato lok al cessate il fuoco, che entrerà in vigore dalla mezzanotte di sabato prossimo, giunto dallaccordo tra Usa e Russia. Ovviamente il cessate il fuoco non riguarda i raid (compresi quelli della coalizione) contro lIs e le varie fazioni riconosciute dallOnu come terroristiche. Una decisione questultima, condivisa appieno dal governo siriano, daccordo sulla necessità di continuare a combattere i terroristi. Come spiega inoltre lagenzia di stampa siriana Sana, il governo siriano sottolinea la necessità di controllare i confini, fermare i rifornimenti che alcuni Paesi inviano ai gruppi armati ed evitare che questi possano rafforzarsi o cambiare le proprie posizioni in modo che nulla possa mettere a rischio l’accordo sul cessate il fuoco. Il governo siriano ha poi precisato che le proprie forze armate hanno il diritto di rispondere a qualsiasi violazione dell’accordo commessa da gruppi armati contro i cittadini siriani o gli stessi militari. Damasco intende così dare un segnale tangibile della propria volontà a mettere fine alle ostilità, di ripristinare la sicurezza e la stabilità del Paese nel rispetto della volontà del popolo siriano e dell’integrità territoriale della Siria, per la quale si sono sacrificati civili e militari. Intanto, a due giorni di distanza dallondata di attentati (ben 6), che il sedicente Stato Islamico ha rivolto sia al quartiere alawita di al-Zahraa a Homs, e ai danni del sobborgo sciita a sud di Damasco, lOsservatorio siriano per i diritti umani ha annunciato che il numero delle vittime è salito a 198 morti. Sul loro sito si legge che a Sayeda Zainab 134 persone hanno perso la vita in quattro attentati kamikaze, tra cui 97 civili e 19 soldati del regime di Damasco. E’ salito invece a 64 il numero delle persone uccise da due autobomba a Homs, compresi 39 civili (tra cui 11 donne e un bambino), 10 soldati, 15 persone non identificate.
M.