Da tempo a ragione – Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, il sito Dura Europosì, costeggia il fiume Eufrate, lungo una superficie di circa 150 ettari. Edificato intorno all’ottavo secolo avanti Cristo, visse i suoi fasti in virtù della sua posizione geografica che lo pose tra le tappe obbligate della Via della Seta. La bellezza della sua esclusiva architettura è rappresentata dalla presenza di preziosi templi, edifici, case e numerosi reperti. Oggi purtroppo è stato rivelato che le bestie del sedicente Stato Islamico si sono prodotte nell’ennesimo scempio, volto ai danni del patrimonio storico della Siria. In un video diffuso dallagenzia interna allIs, ’Amaq’, viene proposto laccanimento dei jihadisti nei confronti di questi preziosissimi tesori archeologici: ovvero, la distruzione delle statue e dei manufatti di epoca romana, rinvenute nel sito di al-Salhiye, ossia Dura Europos, nei pressi di al-Bukamal, nella provincia di Deir Ezzor, al confine tra Siria e Iraq. Quindi, come da copione, il censore barbuto di turno spiega che il comitato per la sharia dell’organizzazione ha preso questa decisione poiché “si tratta di idoli realizzati per essere adorati al posto di Dio” e precisa che i reperti sono stati rinvenuti a Salhiye, che “fa parte della Wilaya dell’Eufrate”, con riferimento alla suddivisione geografica delle province del sedicente ’califfato’. Come dicevamo, purtroppo non è la prima volta che l’Is si accanisce contro il patrimonio archeologico nei territori sotto il suo controllo, come Siria ed Iraq. Nella città di Tedmor ad esempio, l’antica Palmira, le immagini satellitari hanno confermato le vaste distruzioni causate dai jihadisti al famoso sito di epoca romana.
M.