Sono numeri che mettono i brividi quelli legate alle morti di quanti giustiziati dallavvento del sedicente Stato Islamico (Is). Dal 29 giugno 2014, in Siria i miliziani hanno ucciso qualcosa come 3967 persone. E lagghiacciante denuncia dellOsservatorio siriano per i diritti umani, sottolineata dal dato che più della metà delle condanne a morte, ovvero 2142, sono state commesse ai danni di civili. Tra questi si contano anche 78 bambini e 121 donne. Le persone giustiziate nelle varie province siriane sono state accusate di vari reati, tra cui ’’aver accusato una persona ingiustamente, collaborazione con i curdi infedeli, mancato pentimento, collaborazione con il regime di Damasco, corruzione, spionaggio, adulterio, stregoneria, diffamazione del Sacro Corano, creazione di cellule dormienti anti Is, contrabbando di carburante in zone controllare dall’Is e collaborazione con l’Esercito libero siriano’’. Le esecuzioni usate dallIs, spiegano ancora gli attivisti dellosservatorio dei diritti umani siriano, sono state condotte attraverso fucilazione in pubblica piazza, decapitazione, lapidazione, dando fuoco alla vittima o lanciandola da un palazzo alto nelle province di Damasco, Rif Dimashq, Deir Ezzor, al-Raqqa, al-Hasakah, Aleppo, Homs e Hama. Un primato allucinante che oltre a sottolineare la ferocia dei miliziani, rilancia lurgenza di un intervento risolutivo affinché cessi questa assurda macellazione di tante innocenti persone.
M.