E’ anche lui della ‘partita’ dove, sotto l’egida ‘Rinascimento’, si appresta ad affiancare gli ‘amici’ del centrodestra nella corsa allo scranno capitolino. Anzi, se l’obiettivo sarà raggiunto – e stavolta le probabilità sono altissime – per lui (con Michetti sindaco e la Matone vice), si prospetta il ruolo di assessore alla Cultura, carica che – complice la sua invidiabile preparazione – saprà ripagare con una gestione sicuramente senza precedenti per una città storica come Roma.
E stavolta Vittorio Sgarbi dimostra di avere le idee ben chiare: “Roma la puoi accostare solo a Parigi e merita di essere riportata al centro della scena mondiale”. Dunque spiega, “Io recupererei le personalità cacciate da Virginia Raggi, penso a Colomban, a Minenna, ma penso anche a Rutelli e Veltroni. Insomma, ci vogliono quelli bravi…“.
E sfogliando la rosa dei ‘papabili’ per costruire una squadra all’altezza della città, il noto critico d’Arte non smentisce la sua fama di ‘innovatore’, indicando fra i ‘migliori’ anche il Commissario all’emergenza Covid: “Penso al generale Figliuolo come commissario per i rifiuti. Lo chiameremo se andremo al potere… In lui ho riscontrato una disponibilità… D’altronde, devi chiamare le persone capaci, sennò non si va da nessuna parte“.
Non ha dubbi il vulcanico ferrarese: “A Roma andremo molto bene” afferma, “Una vittoria al primo turno sarebbe un fatto storico, ma sfioreremo il 44/45%. Il secondo, Gualtieri, farà il 25%, perché è vero che il centrosinistra vale il 35% ma il 10% se li porta via secchi quel rompic… di Calenda. Raggi? I 5 Stelle sono all’8%. Non andrà al ballottaggio. Al massimo arriverà al 15%. Non è possibile che il mondo vada così male… Dio esiste…“.
Poi Sgarbi si presta a commentare la scena politica e sociale in generale: “Silvio Berlusconi crede nel partito unico? Lo fa per disperdere… le perdite di Fi: la sua creatura è ormai un marchio del secolo scorso, come il Fernet Branca, un ragazzo di oggi che ne sa? Berlusconi pensa che fondendosi con Salvini, il limite ‘anagrafico’ di un partito troppo grosso, troppo immobile, che vale di fatto il 4/5% si annulli. Il partito unico conviene solo a lui, non a noi”.
Ed ancora: “La varietà è una ricchezza” afferma giustamente, “ed è molto più utile diversificare l’offerta, arricchendo le proposte del centrodestra con i temi della cultura, dell’arte, del turismo. Per riprendere un po’ di quel 30% che aveva Fi devi mettere insieme realtà diverse: un po’ di Cambiamo, un po’ di Rinascimento, un po’ di Noi con l’Italia, ecc. Nella scomposizione, mentre solo Fi più del 5% non vale, con gli altri si può arrivare oltre il 15%“.
Infine, il premier: “Draghi mi piace moltissimo, furbo come una volpe, vecchio, pensionato, ma fresco come possibile Presidente della Repubblica“, ‘azzarda’ -ma non troppo – riferendosi all’anno che verrà, quando giungerà l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. “Uno così – precisa il critico – ha capito che per fare il Capo dello Stato doveva ‘sporcarsi le mani’ e allora ha fatto il governo non ‘dei migliori’ ma ‘dei peggiori’, visto che ci ha messo dentro persino Speranza, Di Maio, Franceschini…. Insomma, questo governo e questa maggioranza del ‘tutti dentro’ è la base elettorale della sua elezione al Quirinale. E poi la legislatura volgerà tranquillamente al termine, con un esecutivo elettorale. Altro che elezioni anticipate: chi ce lo vede Draghi che scioglie il Parlamento che lo ha appena eletto? Io, comunque, sì, al Colle lo voterei…“.
Max