Evidenti ancora non consci del fatto che la politica ‘tradizionale’, quella antica, divisa fra destra e sinistra, si avvia finalmente alla fine, nella Capitale le opposte fazioni hanno invece deciso di investire un altro quinquennio in questa ‘lagna’, ciascuno mettendo in campo per le comunali un suo diretto rappresentante. La cosa che salta agli occhi è che il Pd da una parte (con Gualtieri) e dall’altra il centrodestra, con l’oggi ufficializzato Enrico Michetti, non hanno minimamente considerato l’aspetto ‘immagine’, considerato cioè la ‘personalità’ – per non parlare del ‘carisma’ – del proprio candidato, quanto essersi invece assicurati entrambe un ‘degno erede’ di questo far politica che, nel contesto di una visione sempre più ‘europeista’ ormai, come dicevamo, è prossimo al pensionamento.
Ad ogni modo, dopo aver archiviato il ‘positivo’ Bertolaso, ed essersi ‘accapigliati’ fra Gasparri, la Bongiorno e Rampelli, i leader del centrodestra avrebbero finalmente trovato la ‘quadra’ intorno al nome di Enrico Michetti. Un avvocato e professore di Diritto degli enti locali presso l’Università di Cassino, che pur essendo preparato sull’aspetto amministrativo della Capitale, in realtà la sua parte di notorietà è dovuta ai suoi interventi di ‘Radio Radio’, potente emittente radiofonica capitolina, frequentata trasversalmente dai più accesi tifosi delle due squadre romane, oggi seguitissima. Ad ogni modo, ringraziando per la candidatura, Michetti ha annunciato che “ora è il momento di restituire alla città eterna quello che merita, il ruolo di caput mundi”.
Interessante semmai, la presenza al fianco di Michetti, di Simonetta Matone, stimata ed impagabile professionista che nell’ambito della Giustizia, ha da sempre ricoperto ruoli di grande rilievo, occupandosi per lo più di minori, presentata dal centrodestra come ‘prosindaco’.
Un’accoppiata gradita anche da Salvini il quale, annunciando ”Michetti sarà sindaco e Matone vicesindaco, poi ragioneremo sulla squadra’’, ha aggiunto: “A Roma ci sarà un ticket Michetti-Matone”.
Entusiasta ovviamente la Meloni, accesa ‘endorser’ di Michetti, che ha commentato “Mi sembra siano stati fatti grandi passi in avanti per il centrodestra compatto che lavora per vincere”. Peccato, perché se fosse stata la leader di Fdi a candidarsi, oggi si parlerebbe di una vittoria ‘scontata’, ma ormai le ‘velleità’ di Giorgia guardano molto più in alto…
D’altra parte è anche comprensibile che nelle aspirazioni della Meloni vi sia qualcosa di più ‘importante’, visti che Fdi continua a macinare consensi in lungo e largo per il Paese.
Come conferma infatti il sondaggio relativo alle intenzioni di voto, condotto da Alessandra Ghisleri di Euromedia Research (che sarà ‘letto’ stasera a ‘Porta a porta’), Fratelli d’Italia (19.8%, +0.8), ha addirittura scavalcato il Pd (18%, -0.8), attestandosi subito dietro alla Lega, attualmente primo partito con il 21.5% (-0.3).
A seguire, il sondaggio rivela poi che, nonostante la ‘dolorosa scissione interna’ (l’ennesima), il M5s recupera mezzo punto toccando il 16% (+0.5). Ecco poi Forza Italia 6.6% (+ 0.1), Leu composto da Mdp-Articolo1 al 2.3% (-0.4), Sinistra Italiana 1.7% (+0.9), Azione (Calenda) 2.8% (-0.3), Italia Viva (Renzi) 2.4% (+ 0.6), +Europa 1.6% (+0.2), Federazione dei Verdi-Europa verde 1.4% (-0.7), altri del Centrodestra (Coraggio Italia, Noi con l’Italia, UDC ecc.) 1.4% (+0.2), altri non coalizzati: 4.5% (-0.8).
Un sondaggio non da poco, che vede la coalizione di centrodestra raggiungere qualcosa come il 49.3%, con l’area del centrosinistra che, se alleato con il M5s, raccoglie a fatica il 38%.
C’è infine da aggiungere che in tutto ciò la quota composta da indecisi ed astenuti è comunque del 31.5%, una sorta di ‘riserva’ che, all’occasione, potrebbe in parte anche condizionare l’ago della bilancia.
Max