Dunque Roma dove – mentre scriviamo – a nemmeno metà delle sezioni scrutinate (1.044 sezioni sulle 2.603 totali), i dati ufficiali danno Enrico Michetti (centrodestra), in virtù del 30,9% dei voti sinora ottenuti, precedere Roberto Gualtieri (centrosinistra), al momento attestatosi al 26,9%. Se la sindaca uscente, Virginia Raggi viaggia sul 19,9% delle preferenze, Carlo Calenda ha invece dalla sua il 18,3% dei voti.
A complicare lo spoglio, la ‘marea’ di liste civiche e varie che appoggiano i i vari candidati. Ad ogni modo, ‘misurando’ lo stato di salute dei vari partiti, guida Fratelli d’Italia (17,8%), seguito dal Pd (16,3%), quindi il M5s (11,5%), la Lega (6,1%), e Forza Italia con il 3,6%.
La Lega paga amaramente la ‘leggerezza’ con la quale ha affrontato la campagna elettorale romana
Da notare la debacle del Carroccio, che sposando la ‘causa’ Michetti (un candidato obiettivamente veramente debole), ha lasciato ulteriore campo alla Meloni, sempre più protagonista nella Capitale anche se, come lasciano intravedere le preferenze acquisite, ‘paga’ a sua volta una scelta poco felice.
Gualtieri, ‘pescato’ dal cilindro, dovrà ‘inventarsi’ un ruolo sociale che la sinistra stessa ha dimenticato
Dal canto suo, malgrado abbia ancora una volta peccato di ‘egoismo’ non scendendo a patti con la Raggi o Calenda, ora il Pd dovrà per forza di cose fare appello proprio a questi ultimi per avere ragione del suo candidato, sì prestigioso ma – come era prevedibile – poco ‘popolare’ e molto radical. Intendiamoci, parliamo di una persona perbene e preparatissima, ma considerato ‘l’apparato’ partitico che si porta dietro, non ci aspettiamo chissà quali ‘emozionanti’ novità per questa sgangherata città. Una volta infatti la sinistra incarnava le battaglie del popolo per i diritti (lavoro, casa e libertà), oggi i suoi deputati hanno invece da fare con gli insopportabili monopattini elettrici. Basti vedere con quale ‘assurda’ indifferenza sono riusciti a farsi cassare lo Ius soli o il ddl Zan…
Giorgia Meloni affida la ‘Ferrari’ ad un neofita, rischiando il botto. Lei, in prima persona, avrebbe sbaragliato…
Ancora una volta il centrodestra è riuscito a perdere la Capitale, che avrebbe invece potuto conquistare ‘fischiettando’ se solo la Meloni, in un impeto di ‘umiltà’ avesse scelto di candidarsi. Ora con il ballottaggio quasi sicuramente, in una sorta di ‘tutti contro uno‘, sarà invece Gualtieri ad indossare l’ambita fascia tricolore.
La Raggi ‘paga’ le baruffe con Zingaretti (puntualmente dispotico), e perde un’occasione che forse meritava
Peccato per la Raggi che, in parte additata dal ‘fatiscente’ Zingaretti (non incide mai se non in negativo), è caduta nella trappola tagliando cocciutamente quel ‘cordone ombellicale’ col Pd, che per lei avrebbe potuto significare un probabile bis. Del resto, insediatasi giovanissima ed inesperta in un’amministrazione allo sbando, ha dovuto misurarsi da subito con la corruzione di Mafia Capitale, i favoritismi interni al Comune, la criminalità imperante e, soprattutto, il suo stesso Movimento. Ora che le cose sembrano andare meglio, e con l’arrivo dei fondi del Recovery, siamo certi che Virginia avrebbe avuto le carte in regola per dare vita ad un mandato vincente.
Calenda ha fatto quanto possibile, peccato perché sarebbe stato un ottimo amministratore
Calenda ci ha provato ed ha dimostrato di saperci fare, soprattutto dovendo misurarsi con la coriacea indifferenza sia del Pd che del M5s, che per non ‘morire’, ora sono ‘condannati’ a viaggiare sottobraccio. Peccato soprattutto per la città, che avrebbe potuto giovarsi del pragmatismo e della larga visione di questo valido economista.
Max