Tramontata l’ipotesi di Oscar di Montigny, raccontano che Matteo Salvini sia sempre orientato a un sindaco ‘civico’ con un ticket anche per Milano e consideri intoccabile Gabriele Albertini come ‘vice’. Condizioni, che alcuni alleati considerano ‘paletti’. Il leader della Lega, che ha dovuto rinviare il vertice di centrodestra previsto per oggi, ancora non ha trovato la quadra. Ovvero un nome condiviso per la sua città. Il ‘Capitano’ ci ha tenuto a precisare che lui non è in campo, assicurando che “è al lavoro per chiudere presto con un candidato e una squadra di valore”.
Domani il numero uno di via Bellerio terrà una conferenza stampa sulle partite Iva e incontrerà i suoi anche per parlare di comunali. Intanto, continuano, riferiscono, incontri e contatti riservati per scegliere l’anti Sala. Il tempo stringe, se si vota in autunno, entro metà settembre bisognerà consegnare le liste e prima si trova in candidato sindaco, meglio è, se non si vuol partire con una campagna elettorale azzoppata.
”L’istruttoria”, insomma, come dice Ignazio La Russa, ”è e resta nelle mani di Salvini”. Spetterà a lui sbrogliare la matassa e uscire da uno stallo che rischia di diventare sempre più penalizzante per la coalizione, che, volente o nolente, offre così l’immagine di un’alleanza divisa.
In attesa che Salvini tiri fuori dal cilindro il nome competitivo e vincente, sul tavolo rimane l’unico che fino ad ora ha resistito tra i tanti ‘bruciati’: l’ex ministro azzurro, il milanese Maurizio Lupi. L’attuale presidente di ‘Noi con l’Italia’, raccontano, avrebbe confermato, per ora, la sua disponibilità qualora dovesse tornare in pista un ‘politico’.