Nell’ambito ‘dell’uso’ e dell’estensione del certificato verde rispetto al quotidiano, un passaggio, fra i tanti elencati dal premier Draghi al termine del Cdm, ha lasciato tutti un po’ perplessi: un evidente ‘concessione’ che, se da un lato lascia intendere che sia un invito a vaccinarsi, dall’altra ‘risolve a metà’ la condizione di chi a rischio contagio.
Un passaggio dal quale è voluto ripartire oggi il sottosegretario alla Salute il quale, dai microfoni di Radio Capital si è affrettato a spiegare che “Il nuovo Dpcm introduce un Green pass ‘alleggerito’, perché basta la prima dose di vaccino anti-Covid per ottenerlo, e ufficializza la revisione dei parametri tarati sull’attuale scenario epidemiologico”.
Quindi Sileri ha tenuto a rimarcare come “Il Green pass è un mezzo straordinario di prevenzione, anche ai fini della diagnostica”. Un certificato che, ha spiegato, “si può ottenere, oltre che con la vaccinazione, anche dopo un test diagnostico e questo può aiutare a rilevare i positivi”. Del resto, ha osservato il sottosegretario, “Ora dobbiamo difenderci mantenendo tutto aperto. In questo senso il Green pass è un’arma per non tornare a vedere l’Italia a colori”.
Guardando poi ad un futuro non troppo lontano (molte cose cambieranno infatti col ritorno nelle scuole), il medico e sottosegretario ha chiarito che “Al momento l’obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro non serve, ma è una misura che potrebbe essere considerata, condivisa ed eventualmente applicata in caso di mutato scenario epidemiologico e in base all’andamento della campagna vaccinale contro Covid, che al momento sta andando molto bene”.
Max