Non sono state festività gioiose per gli abitanti di Catania e zone limitrofe, poiché tra la notte fra Natale e Santo Stefano, hanno dovuto soggiornare negli alberghi per via del terremoto che ha causato gravi danni in Sicilia. Nellacese, a Viagrande, a Santa Venerina e Zafferana in tanti hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni riversandosi in strada, per paura che le strutture non potessero sostenere lurto di un terremoto tra i più forti degli ultimi anni, che ha fatto scricchiolare muri e oscillare lampadari, ma anche causato numerosi crolli. In prefettura è stato organizzato il centro di coordinamento soccorsi per far fronte allemergenza terremoto. I primi aiuti sono arrivati ai feriti, ventotto, dieci dei quali sono stati trasportati in ambulanza in ospedale: solo una donna anziana è in codice rosso, con lesioni in diverse parti del suo corpo. Poi a metà mattinata la protezione civile ha dato via alla stima dei danni con lindividuazione delle dimore inagibili.È stato il capo della protezione civile Angelo Borrelli, a comunicare che “un team del dipartimento è in partenza per le aree colpite per operare a supporto dei comuni per lassistenza alla popolazione”. A conti fatti, sono 320 gli sfollati inizialmente parevano essere allincirca 600 per i quali la Regione ha garantito un posto sicuro in quattro alberghi nella zona più soggetta alle scosse del sisma. Tre hotel sono a Zafferana Etnea (Airone, Primavera ed Emmaus) e un quarto è stato trovato ad Acireale (Maugeri). Il paese più colpito è Zafferana con 225 persone che hanno lasciato casa: oltre ai tre alberghi per accogliere chi ha lasciato la propria dimora, il sindaco ha invocato lapertura di strutture comunali, palestre e scuole per accogliere chi avendo paure di nuove terribili manifestazioni del sisma, ha deciso di trascorrere la notte fuori casa. Aci SantAntonio è un altro paese molto ferito: in 36 saranno costretti ad abbandonare la propria abitazione.