C’è ben poco da fare: “ci sono le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza“. E’ quanto affermato stamane dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa.
Del resto l’evidenza è sotto gli occhi di tutti, e le Regioni chiedono aiuto al governo: le temperature hanno raggiunto medie già insostenibili, la siccità la fa da padrone, e laghi, fiumi e, soprattutto, le colture, sono a serio rischio, andando ad influenzare ancorpiù negativamente il futuro mercato dei prezzi legati alla filiera alimentare.
Come ha giustamente commentato Costa davanti ai microfoni di SkyTg24, “Le Regioni hanno ragione e il Governo condividerà un percorso, dobbiamo sostenere il comparto agricolo, un settore che garantisce anche la manutenzione del territorio. E’ un momento di grande difficoltà ed è doveroso da parte del Governo condividere i percorsi con le Regioni“.
Premessa la situazione a dir poco disastrosa per quelle tutte quelle Regioni ad altissima vocazione agricola, tuttavia anche il Lazio trae parte delle sue risorse dall’allevamento e dall’agricoltura. Motivo per cui, ha annunciato oggi il governatore Zingaretti, che sarà proclamato lo stato di calamità naturale. Una richiesta, ha spiegato il presidente della Pisana, che “servirà ad adottare immediatamente le prime misure di contenimento perché dobbiamo prepararci a una situazione che sarà molto critica e dovrà basarsi sul risparmio idrico da tutte le attività, a cominciare dai consumi familiari“.
Nonostante la toccante carenza idrica tuttavia, almeno per quel che riguarda la Capitale, ha assicurato ancora il governatore, non c’è nessun rischio razionamento di acqua a Roma.
Dal canto suo, ha tenuto a rassicurare infatti il sindaco Gualtieri, “A seguito della riunione svolta oggi in Prefettura tra ente gestore e autorità regionale sulla situazione della siccità, ho sentito il presidente della Regione Nicola Zingaretti, con il quale sono in contatto continuo, e i vertici di Acea, i quali mi hanno confermato che, anche grazie agli investimenti effettuati dall’azienda in questi anni, al momento non c’è alcun rischio per la città di Roma di dover procedere a turnazioni e altre forme di razionamento”.
Diversa invece, come dicevamo, la situazione in quelle aree dove il comparto enogastronomico è parte integrante delle attività economiche locali. E’ ad esempio il caso del Piemonte dove è stato decretato l’allarme rosso per la siccità, al punto da chiedere aiuto alla vicina Valle d’Aosta. Come ha infatti riferito il presidente regionale Alberto Cirio intervenendo oggi su Radio Rai 1, “Oggi viene decretato l’allarme rosso, lo avevamo ampiamente previsto, non si tratta per il momento di blocchi in via permanente ma di riduzioni del carico di prelievo sul Po”. Quindi, ha ammonito, “Dobbiamo stare molto attenti a salvaguardare l’agricoltura piemontese ed è il motivo per cui abbiamo già attivato non solo un tavolo di crisi permanente che ci permette di avere tutti gli attori della filiera dell’acqua ma, in particolare, di agire con i concessionari dei bacini idroelettrici“.
Da Bruxelles, dove si trova per impegni istituzionali, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha voluto rassicurare la popolazione affermando che “In Lombardia per adesso non si parla di razionamento dell’acqua per usi civili. Per ora la situazione della Lombardia, da quel punto di vista è sotto controllo: per ora stiamo intervenendo per risolvere i problemi degli usi agricoli“. Infatti, ha tenuto a ricorda il governatore lombardo, “sono già più di due mesi che ci stiamo lavorando: abbiamo messo in atto una serie di iniziative concordate con il mondo dell’agricoltura, come rinviare alcune semine per consentire di abbassare il deflusso vitale e far alzare il livello dei laghi, per avere a disposizione acqua per i momenti che diventeranno più critici. Quindi, da quel punto di vista, per ora per uso civile problemi non ce ne sono“.
Come ha poi anticipato concludendo Fontana, “Bisognerà però cercare di capire le esigenze, perché le esigenze delle diverse Regioni sono diverse e contrapposte. Oggi alle 13 il presidente Massimiliano Fedriga mi ha anticipato che la Conferenza delle Regioni affronterà anche questo problema“.
Max