MONDO

“Siamo preparatissimi, siamo pronti a muoverci”

La tensione con l’Iran vede il governo israeliano attivare il silenzio radio. I ministri non hanno ricevuto istruzioni, non c’è stata un’indicazione della situazione dopo quella convocata domenica sera dal premier Benyamin Netanyahu.

L’esercito in serata in uno stringato comunicato ha reso solo noto che il capo di stato maggiore “ha effettuato una valutazione e approvato i piani per i diversi scenari”. Mentre il ministro della Difesa Yoav Gallant in giornata ha usato parole vagamente ambigue: “Siamo preparatissimi in difesa, a terra e in aria, e siamo pronti a muoverci rapidamente per attaccare o rispondere”.

Aggiornamento ore 9.30

Non è chiaro se “attaccare” vuol dire prima o dopo gli attesi raid nemici. Uno dei media più prestigiosi del Paese, Haaretz, riferisce le parole di un diplomatico di uno dei Paesi coinvolti nei negoziati con l’Iran e Hezbollah per prevenire o ritardare le rappresaglie: tra i mediatori regna un “totale pessimismo” e “ci si sta preparando a diversi giorni intensi di scambi di colpi, prima che ci sia la possibilità di abbassare la temperatura”.

Aggiornametno ore 11.19

A Teheran, è apparso un cartellone scritto in un ebraico improbabile: “Non c’è sicurezza nemmeno nel rifugio”. Per rincarare la dose, un parlamentare iraniano, Mohammad Qasim Osmani, in serata ha dichiarato che per vendicare la morte di Haniyeh, “non accettiamo nulla di meno della morte di Netanyahu”, come dice la Tass.

AGGIORNAMENTO 14.30