“Sì, siamo stati costretti a pagare il pizzo”, dopo decenni di omertà ’loro indotta’ con metodi che possiamno immaginare, finalmente un gruppo di piccoli commercianti del Borgo Vecchio di Palermo ha ammesso di essere stato vittima della Mafia. I commercianti – negozianti, bottegai ed ambulanti – erano stati convocati nella caserma dei carabinieri per aver una conferma da loro che le 17 persone arrestate (che formavano il clan della zona), fossero gli stessi indicati ai magistrati dal neo pentito di mafia Giuseppe Tantillo. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca, e dai pm Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli, ha quindi indagato gli arrestati per associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, rapina, illecita detenzione di armi e munizioni e fittizia intestazione di beni. Un’operazione, spiegano gli inquirenti, che ha permesso così “la disarticolazione dell’attuale organigramma della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, individuandone gli assetti e le relative dinamiche attraverso le numerose attività di intercettazioni audio/video ed il contributo di due collaboratori di giustizia, ex esponenti apicali del predetto sodalizio criminoso”. Grazie al rinvenimento di una sorta di ’libro mastro’ gestito dai responsabili del clan, e l’acquisizione autonoma di numerosi elementi probatori, gli investigatori sono riusciti a ricostruire 14 vicende estorsive in danno di imprenditori e di commercianti dell’area di Borgo vecchio.
M.