Sulleroicità del corpo dei Vigli del Fuoco, specialmente dopo le recenti e drammatiche cronache legate ai terremoti del Centro Italia, cè poco da aggiungere. Una categoria di professionisti iper specializzati dal cuore doro che, nonostante sottopagati e spesso bistrattati dai nostri istitutori, sono pronti ad immolare la loro vita pur di salvarne unaltra. La letteratura relativa a questo magnifico corpo trabocca di personaggi e commoventi gesta. Ed in un tal contesto sale la commozione per una notizia diramata oggi via twitter dai Vigli del Fuoco: “Morto il #vigiledelfuoco Nando Broglio: sostenne il piccolo Alfredino nel pozzo di #Vermicino, parlandogli per oltre 24 ore con un megafono”. La drammatica storia di Alfredino Rampi, il bimbo accidentalmente caduto in pozzo artesiano alle porte di Roma, per quasi due giorni tenne lItalia intera col fiato sospeso. Sono molti i personaggi che il Paese imparò ad amare per lo stoicismo dimostrato in quella tragica situazione: il clochard Angelo (poi morto anni dopo dentro la sua roulotte, nellindifferenza totale) che, imbracato, si fece calare nel budello fangoso e che più volte, dopo averlo afferrato, vide scivolare dalle sue generose mani quel corpicino sempre più provato dalla paura e dagli stenti. E lui, il vigile del fuoco Nando Broglio, con quel barbone rassicurante che, come il migliore dei papà, senza sosta, per 24 ore, continuò a comunicare col bimbo incutendoli coraggio, cercando di regalargli speranza mentre il buio gelido minava lentamente le sue flebili resistenze. Quel 10 giugno del 1981 fu una tragedia di immane gravità, ancora vivo in ciascuno di noi. Un caro saluto a Nando
M.