(Adnkronos) – Hannah Goslar, una delle migliori amiche di Anna Frank, che come la celebre ragazzina del “Diario” fu detenuta nel campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen durante la seconda guerra mondiale, è morta venerdì 28 ottobre all’età di 93 anni a Gerusalemme. L’annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla Anne Frank Foundation di Amsterdam.
Nata a Berlino il 12 novembre 1928 da genitori ebrei tedeschi, Hannah Goslar fuggì con la sua famiglia dalla Germania nel 1933 subito dopo l’arrivo al potere di Adolf Hitler, stabilendosi ad Amsterdam: il padre Hans Goslar era stato vice ministro degli Affari esteri della Repubblica di Weimar. Nella città olandese Hannah Goslar e Anna Frank, che abitavano nella stessa strada e frequentarono la stessa scuola, fin dall’asilo nido, divennero ben presto le migliori amiche, come si legge nel “Diario”.
Le due bambine persero i contatti nel luglio 1942 quando la famiglia Frank si nascose nel sottotetto della ditta del padre Otto per sfuggire ai nazisti. Goslar e la sua famiglia furono arrestate dalla Gestapo nel 1943 e deportati prima nel campo di concentramento di Westerbork e nel 1944 trasferiti a Bergen-Belsen. Nel lager nazista Hannah (o Hanneli come viene chiamata nel “Diario”) incontrò di nuovo nel febbraio 1945 la sua migliore amica, poco prima della morte di Anna Frank all’età di 15 anni. Hannah e la sorella Gabi furono gli unici membri della loro famiglia a sopravvivere all’Olocausto. Nel 1947 emigrò a Gerusalemme, dove, di professione infermiera, sposò il medico Walter Pinchass Pick. La coppia ha avuto tre figli, 11 nipoti e più di 31 pronipoti: “Questa è la mia risposta a Hitler”, diceva Hannah Goslar.
Hanneli è apparsa in numerosi documentari e film sulla vita di Anna Frank e la sua storia è stata raccontata dalla scrittrice Alison Leslie Gold nrl libro “Hannah Goslar Remembers: A Childhood Friend of Anne Frank” (1999), tradotto in italiano da Rizzoli con il titolo “Mi ricordo Anna Frank”. Dal libro sono stati tratti due film: “Mi ricordo Anna Frank” (2009) di Alberto Negrin, trasmesso su Rai 1 in prima serata il 27 gennaio 2010, in occasione della Giornata della Memoria, e “Anne Frank – La mia migliore amica” (2021) di Ben Sombogaart, trasmesso da Netflix a gennaio 2022.
Hannah Goslar ha raccontato: “Vivevamo vicine e il nostro primo incontro avvenne nel 1934. Ci incontrammo in un negozio di alimentari. Mia madre e la madre di Anna, ricordo, cominciarono a parlare tedesco perché nessuna delle due conosceva l’olandese. Anna era con lei. Il giorno dopo, quando la rividi all’asilo, la riconobbi di schiena e corsi ad abbracciarla. Da allora, divenimmo amiche. A scuola, anni dopo, Anna tra una lezione e l’altra scriveva su un diario, che proteggeva da sguardi indiscreti. Tutti le chiedevano cosa scrivesse ma la risposta era la stessa per tutti: ‘non sono affari tuoi!’. Era una bambina come le altre, normale. Quando la rividi nel campo di concentramento provai sentimenti contrastanti. Ero felice di rivederla ma al tempo stesso triste. Speravo si fosse salvata scappando in Svizzera. Solo dopo la fine della guerra, seppi della morte di Anna. Ero ancora ricoverata in ospedale quando ricevetti la visita di Otto Frank. Fu lui a dirmi che entrambe le sue figlie non erano sopravvissute”.
La scrittrice statunitense Alison Leslie Gold ha raccolto, oltre quarant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, la lunga testimonianza di Hannah Goslar. Hanneli racconta il loro primo incontro ad Amsterdam, dopo che le loro famiglie avevano abbandonato la Germania, la vita quotidiana nella città olandese, i primi amori, l’inizio delle leggi antiebraiche, l’occupazione tedesca, la sparizione di amici e parenti, fino alla separazione improvvisa da Anna quando tutta la famiglia Frank decide di nascondersi nell’alloggio segreto ricavato dietro gli uffici della ditta del padre. Inutili saranno i tentativi di Hanneli di mettersi in contatto con Anna che lei crede scappata in Svizzera, la delusione di non essere stata informata dalla sua amica.
Segue un lungo vuoto riempito dall’arresto e dalla deportazione di tutta la famiglia Goslar a Bergen Belsen. Hanneli ricordando Anna è felice all’idea che almeno la sua amica sia salva in Svizzera lontana da quegli orrori. Fino a quando scopre che Anna è lì, a Bergen Belsen, tra i deportati senza alcun privilegio come invece, grazie al padre ex vice ministro della Repubblica di Weimar, era fortunatamente accaduto a lei. L’incontro con l’amica, attraverso un reticolato ad altissimo rischio, è uno dei momenti più toccanti. Hanneli tenterà ancora di avvicinarsi ad Anna, a rischio della vita, ma tutti gli olandesi verranno portati lontano, in un’altra baracca e Hanneli saprà della morte di Anna solo dopo la fine della guerra quando Otto Frank andrà a trovarla in ospedale e le dirà che sua figlia non è sopravvissuta. Da quel momento Otto Frank diventerà il padre adottivo di Hanneli, ne seguirà la guarigione e riuscirà a farla arrivare in Palestina dove potrà iniziare una nuova vita.