“Ho impartito le necessarie direttive ai miei uffici, perché, almeno fino alla scadenza del mio mandato, tra 4 anni, Palazzo Savorelli possa ospitare lo studio di Morgan. Qui potrà trasferirsi già nei prossimi giorni. L’arte e la creatività vanno sostenute in maniera concreta. Qui Morgan potrà insegnare il suo magistero ai giovani sensibili alla musica”.
All’indomani del tumultuoso e tragico sfratto del quale è stato vittima, evidentemente l’appello di aiuto lanciato da Morgan non è caduto nel vuoto. Stamane Vittorio Sgarbi ha infatti reso noto di aver ‘temporaneamente’ trovato una sistemazione per il musicista, e che sistemazione!
Il celebre ed irriverente critico d’arte, da un anno sindaco del comune laziale di Sutri, ha infatti deciso di destinare un intero piano di Palazzo Savorelli, bellissima e storica dimora immersa in un parco (solitamente utilizzata per gli eventi culturali), a Morgan e la sua strumentazione, così da potergli garantire un luogo dove poter vivere e suonare, almeno fino alla fine del suo mandato di primo cittadino.
Per Morgan una soluzione ‘D’Annunziana’
Dopo lo sfratto il lieto fine per Marco Castoldi. Una soluzione ‘D’Annunziana (e vista l’aria dandy del musicista, non guasta), in grado anche di ‘preservare’ la ricca collezione di strumenti e libri che Morgan continua ad accatastare da anni. Ma non solo.
Sgarbi ha anche chiesto all’attuale Governo di ‘vincolare’ la dimora monzese del musicista-cantante in quanto, “Quella di Morgan è una casa museo. C’è di tutto: dai suoi strumenti musicali alle bobine con le registrazioni di ore di concerti e sessioni musicali con altri artisti. E poi libri, cimeli della storia della musica italiana e internazionale di artisti come Lennon o Byrne, vestiti, dischi, Cd, film e migliaia di libri. Chiederò ai miei colleghi parlamentari di sottoscrivere una mozione che impegni il Governo ad agire, presto, in questa direzione”.
Morgan: ‘quella casa era anche delle mie figlie’
“Ho accettato qualsiasi cifra perché guadagnavo bene, cifre altissime e le ho pagate per anni, spese pazzesche. Tutti volevano e chiedevano soldi poi a un certo punto i miei datori di lavoro a cui ho fatto anche causa mi hanno fatto un contrattone pazzesco dicendo: ‘vieni vieni che ci fai fare il record di ascolti’, e non mi hanno pagato. A quel punto non ho potuto più dare niente a nessuno. Questa casa non è solo mia ma anche dei miei eredi, stanno facendo mancare il tetto alle mie figlie. Alle mie compagne ho sempre detto: ‘signore volete lasciarmi? Volete portarmi via le mie figlie? Fatelo, la mia casa è anche vostra ma io voglio pagare tutti gli alimenti’”.
E’ lo sfogo, l’ennesimo, che Morgan ha rilasciato davanti alle telecamere di ‘Porta a Porta‘, nei bruttissimi momento in cui si è infine dovuto arrendere davanti all’ingresso dell’ufficiale giudiziario nella sua casa di Monza, per sfrattarlo definitivamente.
In particolare, l’ex Bluvertigo ha tenuto a smentire che tra le concause di questo drammatico provvedimento deciso dal Tribunale locale, vi siano soprattutto le sue mancanze nei confronti di delle figlie (avute da due compagne diverse: Asia Argento e Jessica Mazzoli): “non le ho mai trascurate, mi sono state sottratte: le mie figlie vogliono stare con me, chiedetelo a loro. Le compagne sono scappate, meno male! Devo dire che Jessica, la mia seconda compagna, si è comportata bene, mentre Asia, come dice mia madre, ‘si è bagnato il naso’’”.
Non ultimo anche il disagio pratico per quel luogo che per molti anni è anche stato il studio musicale: “La mia casa è piena di strumenti musicali il mio regno, è abbastanza giusto che dal mio punto di vista questa cosa non sia giusta perché trovo abominevole che venga rimosso il luogo di lavoro di una persona che ha dentro la sua officina. Un musicista in realtà è un artigiano, dove vado a lavorare ora?”.
Infine, il concetto più volte espresso circa l’apparente indifferenza di molti colleghi nei suoi confronti: “Adesso che sono stato sfrattato tutti i miei colleghi sono solidali, sono stato fortemente deluso dal non supporto dei cantautori, signori come Vasco Rossi, Jovanotti e Ligabue non sono stati in grado di prendere una posizione e soprattutto di difendere il concetto di cultura. Non ho mai chiesto soldi, mi sarebbe piaciuto che si fossero levati dei cori di solidarietà e invece neanche una parola…”.
Max