Sempre lucido ed attento rispetto allo scenario politico nazionale, chiamato a commentare l’attuale stato d’impasse del governo, il governatore emiliano – e presidente della Conferenza delle Regioni – Stefano Bonaccini, ha affermato: “Credo che serva, nel giro di pochi giorni, come penso pretenda giustamente il Presidente della Repubblica, un numero di parlamentari, di senatori che garantisca che i numeri vengano irrobustiti, altrimenti il rischio è che, anche con le migliori idee, non si riesca a metterle in campo. Dopo di che, a mio parere non basta nemmeno quello: serve un programma di legislatura nuovo, rafforzato, e anche una nuova squadra di governo”.
Tale è la passione del presidente delle Regioni, che si lascia andare ad un consiglio “non richiesto al presidente del Consiglio e alle forze di maggioranza, compreso il mio partito: coinvolgano di più le parti sociali, coinvolgano di più gli amministratori locali. Non vorrei ci si chiudesse troppo negli uffici di Roma. C’è un Paese nel quale vi sono importanti esperienze di governo quotidiano del territorio che a mio parere andrebbero più ascoltate”.
E’ fondamentale e necessario, rimarca il presidente dell’Emilia, che “questo Paese ha bisogno di una guida e di una prospettiva convintamente con i piedi nell’Europa. E questa destra, purtroppo, non lo garantisce. Ieri è partita una nuova stagione, negli Stati Uniti, che credo dica qualcosa anche ai valori dell’Occidente“. Ed ancora, “La destra italiana, legittimamente ma facendo un tifo sfrenato per Trump, ha dato una direzione di marcia totalmente diversa”.
Infine, rispetto al Recovery Plan, per Bonaccini “non siamo ancora stati coinvolti come vorremmo. E non ho dubbi che presto lo saremo”. In generale, ha quindi aggiunto, “mi pare che le voci complessive, le priorità, dalla transizione ecologica al digitale vi siano contenute. Persino sulla sanità le risorse sono raddoppiate. Diciamo che le indicazioni, le priorità sono diventate quelle giuste: oggi bisogna mettere a terra i progetti, dargli un nome e un cognome e – conclude – sono convinto che questo possa essere fatto seriamente”.
Max