E pensare che appena due settimane fa, al termine di Roma-Empoli, Mourinho lo aveva etichettato come uno che non aveva ancora capito il calcio italiano e non fosse in grado di comprendere la differenza tra uno schema e un altro.
Ola Solbakken, al suo primo impiego da titolare dopo i 6’ complessivi nei quali era stato sin qui impiegato, dimostra invece di vedere e sentire la porta regalando tre punti importantissimi alla Roma al termine di un gran goal propiziato da una bella azione di gioco (forse l’unica dell’intera gara) impreziosita dall’assist di tacco di Spinazzola (il migliore in campo con lui).
In una gara sporca e confusa che non verrà certo ricordata nel tempo ma comunque capace di proiettare la Roma al terzo posto in classifica col Milan a fare notizia sono state le dichiarazioni di Mourinho nel post partita.
Incerottata e piena di assenti la formazione giallorossa è stata presa sotto l’ala protettiva (interessata?) del tecnico portoghese nelle interviste post gara. D’accordo compattare il gruppo (bello l’abbraccio generale a fine partita in mezzo al campo a testimoniare in pubblico l’unità di intenti) e mettere in evidenza ancora una volta le lacune dell’organico rispetto ad altre pretendenti ma stavolta Mourinho ha davvero esagerato. Prendersela con una larga fetta di tifosi (curva sud esclusa naturalmente…) ci sembra davvero paradossale alla luce del 23mo esaurito consecutivo registrato all’Olimpico e della storica volontà fideistica del tifoso giallorosso (il vecchio motto la Roma non si discute si ama è sempre in voga da queste parti).
Se poi ci si lamenta per qualche fischio piovuto su Bove e Karsdorp (e qui almeno Mourinho ha chiesto scusa prendendosi parte delle responsabilità) nei concitati momenti finali del match, quando la paura di non vincere è amplificata dall’ennesimo stop o passaggio sbagliato, significa che c’è dell’altro. Ovvero la volontà di compattare contro tutto e tutti un gruppo chiamato agli straordinari in questa settimana decisiva. Va bene criticare non troppo velatamente la società (“Non ho mai rilasciato interviste singole, lo farò a fine stagione” …minaccia Mou lasciando presagire chissà quali dichiarazioni) e scaricare chi ha acquistato in prestito o lo costringe ad utilizzare bambini che giocavano su campi di plastica ma prendersela con i tifosi ci sembra davvero l’ultimo, e autocompiaciuto tentativo, di scaricare responsabilità e gettare la palla in tribuna.
Qualche volta occorre anche trascinare uno stadio per ricevere applausi e consensi. Persino a Roma. Il ritorno con il Salisburgo di giovedì è l’occasione per fare pace. Dentro e fuori dal campo. Fallire questo appuntamento (dopo il generoso regalo dell’andata) sarebbe delittuoso. Economicamente e sportivamente.
Le pagelle di Roma-Verona 1-0
Rui Patricio 6, Mancini 6, Smalling 6, Ibanez 6, Karsdorp 5,5 (dal 70’ Celik 6 Ng), Bove 5,5, Cristante 6, Spinazzola 7, Solbakken 7 (dal 70’ Zalewski 5,5), El Shaarawy 6,5 (dall’86’ Wijnaldum Ng), Abraham Ng (dal 15’ Belotti 6). All. Mourinho 6
Claudio Fontanini