Trentaduesima giornata di Serie A piena di spunti in questo lungo weekend. La Sampdoria vince il derby contro il Genoa per 2-0 e si prendere la scena in città, rilanciandosi dopo il momentaneo stop degli ultimi turni verso l’alta classifica. Laddove, complice il clamoroso flop della Juventus contro la Spal che ha rimandato la festa scudetto dei bianconeri, il Napoli non solo accorcia verso l’alto allungando di almeno una settimana l’ufficialità del verdetto in cima, ma condanna il Chievo Verona a una retrocessione definitiva con il risultato di 1-3 con cui si è imposto al Bentegodi.
Inter sugli scudi, il terzo posto ora è più solido
Al netto dei due zero a zero con cui Fiorentina e Bologna e Sassuolo e Parma si sono divisi la posta in palio in quelli che sono stati di fatto due derby d’appennini e regione, è la vittoria dell’Inter di Luciano Spalletti a prendersi la scena principale di una domenica di serie A nella quale gli anticipi avevano già detto moltissimo. Una serie A appunto che, per l’Inter, ha sempre più il sapore della champions: con l’1-3 contro il Frosinone infatti, i nerazzurri si sono lanciati ulteriormente al vertice. Ad aprire le danze al 19’ ci ha pensato Radja Nainggolan: l’ex giallorosso ha sbloccato un match che poi si è messo subito in discesa quando al 37’ il rigore di Perisic (non calciato da Icardi, ma per il momento parlare di nuovo caso sembra eccessivo) ha portato al raddoppio. A rimescolare le carte rimettendo, solo in parte, in discussione la gara ci ha pensato il gol di Cassata al 61’, mentre di Vecino, in pieno recupero nel finale, è il timbro dell’1-3 conclusivo. Lo stesso risultato invece ha condannato alla retrocessione il Chievo ad opera del Napoli di Ancelotti il cui schieramento in campo è parso quasi una sorta di esperimento in ottica Arsenal: nel ritorno di Europa League ci sarà da spingere ed ecco che il tecnico dei partenopei, in un match che in Serie A aveva forse molto più valore per il Chievo che non per gli azzurri, ha provato un plotone d’attacco corposo con Callejon e Insigne sulle fasce e Milik e Mertens centrali come doppie punte. Risultato? Vittoria, certo, ma due dei tre gol, per paradosso, li ha segnati il leader della difesa. Koulibaly ha trovato la rete al 15’ mentre ha chiuso i giochi all’81’, approfittando di testa e di sottomisura della propria veemenza fisica. Milik, al 64’ aveva raddoppiato.