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Serie A, la domenica nera delle romane: sconfitte e rimpianti

Il finale di una serata così era forse già scritto. La prima gara in quello che a breve diventerà il nuovo stadio Diego Armando Maradona non poteva che chiudersi con una vittoria del Napoli, squadra a cui l’argentino ha dato tutto. Eppure ci si aspettava di più dalla Roma, che ha assunto il semplice ruolo di vittima sacrificale all’altare del Dio Diego.

La squadra di Gattuso, vestita per l’occasione come l’Argentina e come l’Argentina dei bei tempi capace di disegnare calcio e pennellare colpi di classe, ha dominato in lungo e in largo, grazie al talento dei suoi interpreti. Come quello di Insigne, che con una punizione arcuata ha aperto la partita poi finita sul 4-0.

Nessuna attenuante per la Roma, incapace di contrastare un avversario mosso da altissime motivazioni. I giallorossi interrompono bruscamente la striscia di risultati utili consecutivi e falliscono così l’inseguimento alle parti nobili della classifica.

Cade anche la Lazio, con un tonfo che fa anche più rumore. Perché arrivato all’Olimpico e contro un avversario fin qui risultato modesto. Eppure a Roma l’Udinese, anche dimezzata, ha fatto tutto quello che voleva.

La squadra di Gotti passa per 3-1 sui biancocelesti, forse svuotati di energie e motivazioni tutte destinate alla prossima gara di Champions League contro il Borussia Dortmund, che potrebbe già regalare a Immobile e compagni uno storico passaggio agli ottavi di Champions League.

Il cammino in campionato però ora preoccupa, perché l’obiettivo dichiarato era quello di centrare nuovamente l’Europa che conta. Al momento dista solo 3 punti, ma la Lazio vista ieri con l’Udinese è lontana parente da quella che lo scorso anno ha conteso lo scudetto alla Juve per buona parte della stagione.