Ci voleva la prima volta dell’accoppiata Dybala-Lukaku per eguagliare il record della Roma di Spalletti che il 19 novembre 2006 ne fece 7 al Catania all’Olimpico.
Stavolta è stato il derelitto Empoli di Zanetti a subire un rovescio storico, facilitato dalla partenza in discesa con un calcio di rigore sacrosanto accordato ai giallorossi dopo 32 secondi e bissato dal goal di testa di Sanches all’8.
Proprio Renato Sanches, in campo per 45’ è stato l’ago della bilancia della trasformazione del gioco giallorosso. Tecnica sopraffina, gioco di prima, strappi in verticale e dribbling secchi
per il giocatore portoghese che se integro fisicamente ha dimostrato di poter cambiare radicalmente lo statico ‘tic e toc’ giallorosso. Con Paredes in regia e un sontuoso
Cristante a destra (goal da cineteca e assist di tacco per lui) la zona centrale del campo ha dimostrato inventiva e filtro adeguato ad una difesa per la verità pochissimo impegnata.
Sarà Mourinho a dover dirimere la questione col ritorno in
scena di Pellegrini e Aouar, due trequartisti spostati in mediana che dovranno dimostrare di essere davvero in forma per entrare nell’undici titolare.
Il resto della gara è stato un tiro al bersaglio con la Roma in goal ad ogni occasione (in più un palo e una traversa su punizione di Dybala) e Mourinho che a fine gara – dopo le giuste scuse pubbliche al giornalista Lo Monaco, maltrattato il giorno prima in sala stampa dopo una giusta domanda sulla tattica di Roma-Milan- trova giustamente il pelo
nell’uovo nell’ottica della crescita del gruppo. A lui, e a chi scrive, non è piaciuto l’atteggiamento del gruppo dopo i primi scintillanti 20’. Con la spina staccata sin troppo presto, i ritmi abbassati e l’Empoli a fare la gara e tirare calci d’angoli a ripetizione. Rischiare di riaprire una gara del genere sarebbe stato delittuoso e l’allenatore portoghese lo ha voluto sottolineare per il futuro.
Un goal nel finale, muscoli e fisico per far salire la squadra con molti palloni trattenuti spalle alla porta: inutile sottolineare l’importanza di Lukaku che ha dimostrato di legare subito bene con Dybala.
Classe e potenza al servizio di una squadra chiamata ora al primo tour de force stagionale. Prima la trasferta in Moldavia per l’esordio in Europa League e poi la doppia trasferta con Torino e Genoa in tre giorni per quel salto di qualità necessario per tornare a vedere la classifica con occhi diversi.
Rui Patricio 6, Mancini 6, Llorente 6, Ndicka 6, Kristensen 6,5, Cristante 7, Paredes 6 (dal 75’ Pagano ng), Sanches 7 (dal 45’ Bove 6), Spinazzola 6,5 (dall’83’ El Shaarawy ng), Dybala 7,5 (dal 63’ Belotti 5,5), Lukaku 6,5 (dall’83’ Azmoun ng). All. Mourinho 7
Claudio Fontanini