La Serie A si muove come un equilibrista tra la necessità e la voglia di ripartire e la paura che tutto possa risultare vano. C’è la data di ripartenza, c’è il calendario quasi completo (mancano solo le ultime tre giornate), non manca nulla insomma. Ma il timore rimane. Perché il coronavirus ha allentato la presa ma non è stato abbattuto. Per questo un singolo caso di contagio in Serie A potrebbe mettere a rischio tutto.
Il protocollo stilato dal Comitato Tecnico Scientifico è stato studiato per scongiurare tale ipotesi, ma fino a quando non si dovrà mettere mano alla questione, e si spera mai, il dubbio persiste. E ad alimentarlo sono voci autorevoli come quella del dottor Gianni Nanni, coordinatore dei medici sportivi della Serie A e responsabile dello staff medico del Bologna.
Così il Dr. Nani, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha messo in guardia sui possibili effetti di un caso di positività tra gli staff delle squadre di A “Il dimezzamento della quarantena non spetta a noi deciderlo, bensì al Governo. Potrà essere alleggerito se le cose miglioreranno, altrimenti la situazione peggiorerebbe. Il rischio sospensione del campionato è ancora presente, dal momento che in caso di positività si manda in isolamento il contagiato e in ritiro la squadra per 15 giorni. Visto che si giocherà ogni 3 giorni, salteranno cinque partite: è matematica”.
Sui tifosi allo stadio: “Considerando che stanno riaprendo cinema a teatri, non vedo perché non debbano riaprire con gradualità anche gli stadi. Va fatto per gradi, ma sarebbe un bel progresso. Mihajlovic? Ogni volta che lo vedo correre sul campo mi sfrego gli occhi, provando una felicità senza fine. Ricordo i giorni della preoccupazione, delle analisi e di tutto il resto. Oggi Sinisa dirige gli allenamenti con la sua solita autorità, ciò che ha fatto vale più di mille parole”, ha concluso.