“Tace e sa ascoltare: si commuove e partecipa. Sobrio, asciutto eppure caldo e accogliente, come se avere sofferto nella vita lo mettesse in immediata sintonia con la sofferenza altrui”. Così, a ragione, leditorialista del Corsera Goffredo Buccini, descrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attraverso un passaggio in cui come sia difficile “non vedere il “motore” di alcune novità (“Un lessico più pudico della politica, un approccio più misurato con i cittadini, dun tratto a loro volta quasi più confidenti”, che sono emerse in questi ultimi giorni, dopo ilviolento terremoto he ha colpito il Centro Italia. “Gli abbracci con i sopravvissuti e con le famiglie di queste terre martoriate non sono apparsi mai formali e mai forzati, né sopra le righe né protocollari, e hanno reso quelle parole improvvisamente credibili.Da presidente a nonno dItalia, dunque, un percorso scrive Buccini – che ha almeno un precedente famoso nella nostra storia recente”. Inevitabilmente il cuore ci riporta allindimenticato ed unico Sandro Pertini, in occasione della terribile tragedia di Vermicino, che passò “ore in trepida attesa, in autentica ansia da nonno, accanto al pozzo che aveva inghiottito Alfredino Rampi. Aveva già fatto sentire la sua carica umana dopo il terremoto dellIrpinia e la strage di Bologna. Ma Vermicino fu la prima diretta non stop della Rai: e quel vecchio affranto, icona più lontana possibile dal cinico politico di palazzo, entrò, per non uscirvi mai più, nei tinelli (e nelle anime) di unItalia non meno disastrata della nostra, piagata dal terrorismo, schiacciata dal peso degli Anni di piombo, in cerca di conforto. Questo – evidenzia ancora leditorialista – labbiamo detto dallinizio, è il terremoto dei nonni e dei nipoti… Mattarella, nonno dolente tra i nonni, si è connesso al loro mondo in modo imprevedibile. Quando saccosta, la gente non vede un imbonitore che viene a prometterle mirabilia ma neppure un algido regnante disceso dal suo palazzo. Vede, appunto, un nonno”.
M.