Un Paese (per oltre il 50% ancora razzista), dove permane la pena di morte, dove un ragazzino può acquistare un’arma da fuoco, e dove chi – causa povertà – non ha un’assicurazione sanitaria, è destinato a morire sulla soglia di un avveniristico ospedale. Ed oggi una sentenza indubbiamente storica che, allo stato dei fatti, non crediamo certo possa concorrere a fare degli Sati Uniti un Paese così ‘libero’ e democratico come in tanti dicono sia.
Ed oggi, ‘grazie’ al massiccio ‘pressing’ esercitato dalla maggioranza conservatrice della Corte Suprema sull’aborto, dopo ben 50 anni è stata cancellata la sentenza ‘Roe vs Wade’, che consentiva alle donne il diritto di poter interrompere la gravidanza.
Come spiega infatti un passaggio della lunga sentenza, “La Costituzione non garantisce un diritto all’aborto“, e viene quindi ribadito che “l’autorità di regolare l’aborto torna al popolo ed ai rappresentanti eletti“, come dire che, a loro discrezione, gli Stati che lo vorranno, da oggi potranno vietarlo.
Una legge la Roe, quella che fa riferimento alla sentenza del 1973 e, come ha scritto il giudice Samuel Alito, “La Roe è stata sbagliata in modo eclatante sin dall’inizio. La sua argomentazione era eccezionalmente debole, e ha avuto dannose conseguenze e, piuttosto, che portare a un accordo nazionale sulla questione dell’aborto, ha infiammato il dibattito ed aumentato le divisioni“. Manco a dirlo, la sentenza sancisce il trionfo del movimento conservatore e pro life americano che, per decenni, ha continuato a battersi verso direzione.
Dunque, nello specifico, rispetto alla Roe, che rende possibile abortire fino a 24 settimane, ora confermando la legge già approvata nel Mississippi, i sei giudici conservatori rendono vietata l’interruzione di gravidanza dopo le prime 15 settimane.
Per capire l’entità della misura nel Paese, e le conseguenze che ne seguiranno, bisogna pensare che, per lo più nel Sud e Mid West (dove si misura una maggioranza repubblicana), oltre una ventina di stati hanno già approvato leggi restrittive sull’aborto, se non dei divieti. Leggi che quindi vengono automaticamente avallate da quanto deciso oggi dalla Corte Suprema.
Fra i primi ad insorgere contro questa clamorosa decisione della Corte Suprema, che ha definito “Un attacco alla libertà”, l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama il quale, attraverso i social ha duramente commentato: “Oggi la Corte suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti, ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libertà essenziali di milioni di persone“.
Dal canto suo, ha informato la Casa Bianca, il presidente Joe Biden, rilascerà delle dichiarazioni in merito alla sentenza della Corte suprema, attraverso una conferenza stampa convocata nel tardo pomeriggio.
Come dicevamo, praticamente ‘da sempre’, il movimento per la vita americano non ha mai smesso di battersi per arrivare alla decisione di oggi, ed il presidente di ‘March for Life’, Jeanne Mancini, ha commentato: “Per quasi 50 anni la Corte Suprema ha imposto una politica di aborto estrema e non popolare, oggi la possibilità di determinare se e quando limitare l’aborto è tornato al popolo americano“.
Intanto se, nel corso del suo mandato, l’ex presidente Trump non avesse nominato addirittura tre giudici conservatori della Corte Suprema , tutto ciò non sarebbe mai potuto accadere. Tiene a rimarcare da presidente dell’America First Policy Institute, Brooke Rollins, che ha affermato: “Deve essere notato che questo giorno storico per la democrazia non sarebbe stato possibile senza la leadership e l’impegno per la vita del presidente Donald Trump, grazie Mr President“.
Va anche detto che, l’esito della sentenza era nell’aria, e che già da prima che giungesse l’esito della sentenza della Corte Suprema, centinaia di persone, per lo più donne, si sono recate sotto lo stabile che ospita il massimo organismo giuridico americano, per far sentire la loro protesta.
Appresa poi la notizia, attraverso un comunicato congiunto, le principali organizzazioni per la libertà di scelta (parliamo di ‘Planned Parenthood’, ‘Naral Pro-Choice America’ e ‘Liberate Abortion Campaign’), hanno denunciato che “ogni tattica e minaccia di gruppi che usano la distruzione e le violenza come mezzo, non parlano per noi, i nostri sostenitori, le nostre comunità e il nostro movimento. Siamo impegnati a proteggere ed espandere l’accesso all’aborto e alla libertà riproduttiva attraverso un attivismo pacifico e non violento“.
Lievemente in ritardo sui tempi, come promesso dalla casa Bianca, il presidente Joe Biden si è presentato davanti alla stampa per commentare quanto deciso dalla Corte Suprema sull’aborto. “Oggi è un giorno triste per il Paese e per la Corte Suprema“, ha subito esordito, “Annullando la sentenza Roe vs Wade – che rafforzava “l’uguaglianza ed il diritto alla privacy” – con un “tragico errore” è stato tolto alle donne il “loro diritto di scegliere insieme ai loro medici libere dai vincoli della politica“. Così decidendo ha poi aggiunto, “La Corte suprema ha tolto un diritto costituzionale agli americani, un diritto già riconosciuto. Si tratta di una cosa “mai avvenuta prima“.
Ora, ha quindi commentato il presidente degli Stati Uniti, “La salute delle donne di questa Nazione è a rischio. Ci saranno conseguenze reali e immediate. Questa decisione è così estrema che donne e ragazze saranno costrette a partorire il figlio del loro stupratore. Immaginate una donna che deve portare in grembo un bambino che è stato la conseguenza dell’incesto. È crudele“.
Max