(Adnkronos) – Con la sentenza sull’aborto in Usa, ora la palla passa agli Stati americani. Questo vuol dire che ora l’interruzione di gravidanza potrebbe essere vietata in 22 Stati che hanno varato leggi, dette ‘trigger law’, leggi grilletto, destinate ad entrare in vigore immediatamente dopo la sentenza della Corte Suprema.
Per 13 stati – Arkansas, Idaho, Mississippi, Missouri, North Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah and Wyoming – le leggi prevedono che il divieto entri in vigore praticamente in modo immediato. Magari dopo la firma di un’opinione, come ha fatto oggi l’attorney general del Missouri.
Poi c’e’ un altro gruppo di stati – Georgia, Idaho, Iowa, Michigan, South Carolina, Texas, West Virginia, Alabama e Ohio – che anche hanno leggi per mettere al bando l’aborto, ma non entrerebbero in vigore subito. Infine stati come Arkansas, Mississippi e Oklahoma hanno dei divieti dell’aborto precedenti alla sentenza della Roe, che non vengono applicati da 50 anni.
Gli esperti comunque prevedono settimane e mesi di nuove manovre legali per ammortizzare nel sistema americano il terremoto provocato dalla decisione di oggi della Corte, con come conseguenza “un caos immediato totale” per le pazienti e per i medici, spiega Greer Donley, docente di salute riproduttiva alla University of Pittsburgh Law School.
La sentenza della Corte di oggi crea una geografia frammentata degli Stati Uniti per quanto riguarda il diritto all’aborto, con donne che saranno costrette a “nella situazione impossibile di fare lunghissimi viaggi o essere costrette a portare a termine gravidanze indesiderate”, ha detto Bethany Van Kampen, di Ipas, un gruppo pro choice.
Secondo una stima del Guttmacher Institute circa 33 milioni di donne in età fertile si troveranno a vivere in stati che hanno già leggi o prevedono di avere leggi che vietano e restringono nettamente il diritto all’aborto.