(Adnkronos) – Sta creando polemiche, se non una vera e propria rivolta, la decisione del leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, di abolire l’obbligo di giacca e cravatta per i senatori e dei tailleur per le senatrici. Una svolta troppo casual per i senatori della minoranza repubblicana che in 46 hanno firmato una lettera in cui si chiede di tornare al vecchio dress code.
“Permettere un abbigliamento casual in aula al Senato è una forma di mancanza di rispetto per l’istituzione che serviamo e le famiglie americane che rappresentiamo” si legge nella lettera in cui si definisce l’aula del Senato “un luogo di onore e tradizione”. “Il mondo ci guarda quando siamo in aula e noi dobbiamo proteggere a tutti i costi la santità di questo luogo”, conclude la lettera.
In effetti il nuovo dress code non obbliga ad un abbigliamento casual, dà solo la possibilità di sceglierlo, come ha detto Schumer nell’annunciare la misura. “I senatori potranno decidere cosa indossare per venire in aula”, ha detto, aggiungendo che personalmente lui “continuerà ad indossare giacca e cravatta”.
Entusiasta della svolta è John Fetterman, il senatore dem della Pennsylvania famoso per preferire felpe e pantaloni sportivi alla giacca e cravatta: “L’America è fondata sulla libertà e la scelta”, ha dichiarato a The Hill. Diversi repubblicani hanno preso di mira proprio Fetterman, accusando la leadership dem di aver adottato una misura tagliata per il senatore della Pennsylvania.
Ma non mancano democratici che sono critici della decisione del loro leader, come il centrista Joe Manchin che ha definito il nuovo dress code “sbagliato” perché “degrada” l’aula del Senato. La senatrice repubblicana Susan Collins ha poi ironizzato sulla mossa di Schumer: “domani penso di venire in aula in bikini”, ha detto ai giornalisti, poi passando a criticare la misura. “Credo che in Senato si debba mantenere una certa dignità e rinunciare ad un dress code secondo me, offende l’istituzione”, ha detto.