Ci sono due rappresentanti del Senato tra i quattro parlamentari cacciati via dal Movimento 5 Stelle nellultimo dellanno appena trascorso: i due espulsi sono Gregorio De Falco e Saverio De Bonis. Ma vi sono anche altre due membri del partito di Di Di Maio che appartengono al Senato – Paola Nugnes e Elena Fattori – che stanno ancora in attesa di essere “processate” dai probiviri (la principale critica è riferita al loro voto di astensione sul decreto sicurezza). Un terzo membro grillino del Senato, Lello Ciampolillo, è stato già ammonito formalmente. Quindi, la schiera pentastellata di Palazzo Madama incorre nel pericolo di ridursi ulteriormente e questo genera più di una preoccupazione. La maggioranza gialloverde è calata sino a quota 165, a discapito di un quorum di 161. Tra laltro proprio al Senato sono stati avvertiti scampanellii che non trasmettono calma: il tanto chiacchierato decreto sicurezza è stato approvato con 163 voti favorevoli, il decreto fiscale con poco più di 147 voti. Anche se ci sono due ex 5Stelle che appoggiano di frequente il governo (Buccarella e Martelli). Insomma, la situazione non è tranquilla. Anche perché proprio da Palazzo Madama sono in generale giunte i primi ostacoli per gli esecutivi, dallepoca del governo Prodi e dellormai celebre Turigliatto. A questo cè da annoverare lapprensione, in casa M5s, per la famigerata “operazione scoiattolo” promossa da Berlusconi per arruolare gli ex grillini. Molto rumore intorno a questa mossa anche se per ora lunico passaggio, da M5s verso Forza Italia, è avvenuto alla Camera: con la vicenda del deputato Matteo DallOsso, che ha abbandonato il Movimento per il blocco dellincremento dei fondi per i disabili. Ma laprincipale causa di agitazione – nella maggioranza – è forse concernente temi politici: dallautonomia alla legittima difesa, sono molti i futuri provvedimenti in cantiere che provocano più di un mal scontento tra i pentastellati.