“Stiamo aspettando la risposta del governo” dunque, “la riunione è stata sospesa fino alle 14“. Così poco dopo mezzogiorno il leghista Stefano Candiani, al quale faceva poi eco Davide Crippa, capogruppo 5 Stelle alla Camera spiegava: “Il punto ancora non c’è perché i lavori sono in corso, per questo ci rivediamo alle due“.
Che l’intervento del premier Draghi al Senato (per incassare l’ok all’invio di nuovi ‘aiuti’ all’Ucraina), non sarebbe stato una passeggiata di salute si sapeva tuttavia, non ci si aspettava però di dover ‘rasentare la zona Cesarini’, per un via libera che poi il capo del governo porterà al Consiglio europeo fra un paio di giorni. Ovviamente nella questione molto ha pesato, e continuerà a farlo, il duro testa a testa fra il leader M5s, Conte, ed il ministro Di Maio (‘protetto’ da Draghi).
Fatto sta che, al momento, tutto ruota intorno all’intesa sulla bozza di risoluzione di maggioranza, che “si impegna il governo a continuare a garantire, secondo quanto precisato dal Decreto Legge 14.2022, il coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari“. Quindi, prima, alle 14, avrà luogo la riunione delle forze di maggioranza e, alle 15, sarà poi la volta dell’intervento del premier, come detto, in imminenza del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.
Insomma, Draghi sa che l’ok del Senato è una sorta di conferma davanti alla Ue dell’acquisito status di centralità del nostro Paese, ma ‘internamente’ pesa però la ‘rivolta’ M5s, capace di mettere a rischio la tenuta della stessa maggioranza. Tanto è che mentre scriviamo, è in atto l’ennesimo Consiglio nazionale del M5S, proprio per fare il punto della situazione, specie in merito alla formulazione del testo – respinto dal governo – inizialmente approvato ieri da tutti gruppi, dove viene affermato che il governo non riferisca più in Parlamento ogni tre mesi come da decreto di marzo ma, attraverso il passaggio del governo stesso in aula. Un accordo ‘stretto’ sin dall’inizio per i pentastellati che, dopo l’ok di ieri, stamane oggi si sarebbero invece espressi contro.
Una situazione delicata, ma anche ‘snervante’ (per gli altri). Come ha sbottato stamane Matteo Renzi, ‘storico nemico’ del Movimento, “La discussione dei 5 Stelle è semplicemente imbarazzante e ridicola per loro. Non cambierà niente, si stanno dividendo per capire chi rientra in Parlamento la prossima volta“. Secondo il leader di Italia viva “E’ l’epilogo del M5S, però siccome la battaglia contro di loro l’ho fatta quando erano potenti, forti, oggi penso sia tempo perso parlarne, non c’è neanche più gusto. Sono finiti”.
Max