Gli interventi in Senato si sono susseguiti allungando di molto il ‘countdown’. A quanto pare poi, per ovvi motivi, c’è stata anche la sosta per mettere la santificazione degli ambienti. Circostanza che già di suo avrebbe potuto giustificare un posticipo a domani.
In realtà i più ‘maligni’ sostengono che si sta facendo di tutto per prendere tempo in quanto, al momento la conta’ non starebbe rispettando le ‘addizioni’ previste.
A quanto sembra infatti, poco dopo l’intervento del premier, i suoi collaboratori avevano calcolato di avere in tasca già 157-160 con cui affrontare a testa alta il voto di fiducia. Ma strada facendo, fra ripensamenti, mal di pancia e ‘non pervenuto’, sembrerebbe che il pallottoliere si sia fermato a 153 sì.
Un’eventualità che ha letteralmente gettato tutti nel panico. E’ abbastanza scontato che a tenere sulle corde l’entourage del presidente del Consiglio siano quei ‘transfughi’ e ‘capitani di ventura’ (per lo più di ‘vecchio conio’), che hanno finalmente l’occasione giusta per assicurarsi una generosa porzione di grano per passare un inverno sereno al calduccio.
Sono così ripartiti febbrili gli incontri e, cosa ancora più imbarazzante, patti e giuramenti circa la messa in piedi di un nuovo gruppo, che di qui a pochi giorni dovrebbe mettere su l’ennesima ‘accolita’, stavolta formata da circa 10 senatori pronti a lasciare rispettivamente Fi, Udc, e la stessa Italia Viva… che ‘serietà…
Max