La proposta arriva dallex ministro delle Politiche Ue nel governo Berlusconi, Anna Maria Bernini, oggi senatrice FI, che al Senato ha presentato un provvedimento salvagente per chi se la passa male con il fisco. Sembrerebbe una sorta di proprietà commutativa (ovvero cambiando lordine degli addendi il risultato non cambia ndr), mentre qui gli addendi cambiano, non sarà più il cittadino a chiedere alla società di riscossione unagevolazione del debito, ma sarà la società, tramite un calcolo aritmetico, a eliminare gli interessi ed agevolare le rate, quindi il risultato cambia e come: finirebbe la storia dellacqua alla gola. Il cittadino che a fine mese non sa se pagare il mutuo, le bollette o il fisco, sarà alleggerito da questo enorme peso. Il testo, presentato in Senato, è stato scritto a 6 mani, insieme alla senatrice FI, hanno collaborato Emilio Floris e Italo Furlotti (presidente del Movimento oppressi dal fisco). La senatrice ha assicurato che si impegnerà a raccogliere tutte le firme necessarie dei senatori. Il ddl, però, denominato rottamazione dei ruoli, sarà destinato a due tipologie di cittadini: quelli in’grave difficoltà finanziaria’, ovvero con un debito per oltre il 50% precedente al 31 dicembre 2010, che accetteranno il pagamento integrale dell’Iva, pagamento integrale contributi o il 75% dei tributi, ottenendo lo stralcio integrale di sanzioni, interessi e dell’aggio di riscossione. Ed i cittadini in’momentanea difficoltà finanziaria’, con un debito oltre il 50% precedente al 21 dicembre 2012, che accettano lo stesso trattamento, pagando il 95,5% dei tributi, fermi restando lo stralcio come nel caso precedente. Per gli importi inferiori a 50mila euro, il debito si estingue con 8 rate trimestrali pagabili in 2 anni. Per quellisuperiori a 50mila euro: 12 rate trimestrali, pagabili in 3 anni. “Non è un condono – ha spiegato Bernini – perché non ha comedestinatari dei biechi evasori fiscali mapersone normali che lavorano come artigiani, commercianti, imprenditori – che a fine mese si trovano davanti al drammatico interrogativo se pagare il mutuo, i dipendenti o le rate del fisco. E dato che la soglia della povertà è aumentata drasticamente, non di rado a domandarsi come fare per mantenere i figli e la famiglia e con quali soldi comprare da mangiare. Le cifre non lasciano scampo: al 28 febbraio 2015 – scrive Bernini – le somme iscritte a ruolo a carico dellagente della riscossione ammontavano a 682,2 miliardi ma 580,2 di questi sono da considerare prudenzialmente inesigibili e il loro recupero risulta incerto. Invece, con la nostra proposta, l’erario è in grado di recuperare questi crediti. Ora – ha ribadito Bernini – il contribuente va da Equitalia e chiede ’per favore’ di poter negoziare un piano di rientro. Con la nostra proposta invertiamo l’ordine dei fattori: obblighiamo l’agente della riscossione, sulle base di un calcolo aritmetico che consente all’erario di recuperare i crediti deteriorati, riducendo l’importo del capitale eliminando gli interessi, adaccettare un piano concordato di rientro, con una rateizzazione compatibile con le possibilità finanziarie del contribuente”.
D.T.