“Il nostro Paese ha una storia antica di emigrazione – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarellain un messaggio inviato a mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana – Una storia di sofferenze e di speranze. Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato. Riguarda fasce d’età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze”. Addio amara terra mia . Quelle che ormai, come nella canzone di Modugno, ricordavamo come storie di speranza legate ai nostri emigranti di inizio 900, costituiscono ancora oggi unamara realtà. Lo testimonia il rapporto ’Italiani nel Mondo’, presentato oggi dalla Fondazione Migrantes. Dunque, sempre più italiani decidono di espatriare. Basti pensare che, all’1 gennaio del 2016, come da quanti iscritti l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aira), sono ben 4.811.163 i cittadini italiani residenti all’estero. In solo 10 anni, dal 2006 al 2016, la mobilità italiana è addirittura aumentata del 54,9%, passando da poco più di 3 milioni di iscritti all’Aire a oltre 4,8 milioni. L’aumento, in valore assoluto, rispetto al 2015 è di 174.516 iscrizioni (+3,8% di crescita). La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (oltre 2,5 milioni) e per nascita (1.888.223). A preoccupare, il fatto che, in controtendenza alla tradizione ed alle oggettive difficoltà economiche, labbassamento dei valori percentuali del Sud – fra quanti decidono di andarsene – a favore di quelli del Nord del Paese. Ciò consegue dal fatto che, negli ultimi anni, pur restando la Sicilia con 730.189 residenti la prima regione di origine degli italiani residenti allestero seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, il confronto tra i dati degli ultimi anni, pone in evidenza una marcata dinamicità delle regioni settentrionali, in particolare della Lombardia e del Veneto. Infatti a studiare lorigine del +6,2% di italiani espatriati, dei 107.529 censiti tra il gennaio ed il dicembre 2015, la Lombardia, con 20.088 partenze, è la prima regione in valore assoluto seguita dal Veneto (10.374), dalla Sicilia (9.823), dal Lazio (8.436), dal Piemonte (8.199) e dallEmilia Romagna (7.644). Di questi, il 69,2% (quasi 75mila italiani) si è trasferito nel Vecchio Continente: l’Europa e, in particolare, la Germania (16.568). A seguire, il Regno Unito (16.503) e poi, più distaccate la Svizzera (11.441) e la Francia (10.728). Su 107.529 espatriati nell’anno 2015, i maschi sono oltre 60mila (56,1%). L’analisi per classi di età mostra che la fascia 18-34 anni è la più rappresentativa (36,7%) seguita dai 35-49 anni (25,8%). I minori sono il 20,7% (di cui 13.807 mila hanno meno di 10 anni) mentre il 6,2% ha più di 65 anni (di questi 637 hanno più di 85 anni e 1.999 sono tra i 75 e gli 84 anni).
M.