Una sentenza preoccupante, che conferma purtroppo un orientamento che mira a tutelare le banche piuttosto che i consumatori.
Il riferimento è alla sentenza numero 7214 con cui la Corte di Cassazione stabilisce in sostanza che se un cliente di una banca viene truffato con il phishing, la responsabilità è sua e non dell’istituto di credito.
“Le truffe bancarie hanno registrato un aumento importante negli ultimi tempi – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e sono numerose le segnalazioni che riceviamo da consumatori vittime di frodi orchestrate tramite sms, e-mail o telefonate, sfruttando canali che all’apparenza sembrano quelli ufficiali.
Le tecniche utilizzate dai malviventi sono sempre più sofisticate e di fronte a questo scenario, i consumatori invece di ricevere nuovi strumenti di tutela, vengono abbandonati a loro stessi.
La sentenza della Cassazione in questo senso è grave. Non ci sorprende, perché l’orientamento è chiaro ormai da tempo. Si guarda, infatti, a tutelare gli istituti dalle richieste di risarcimento danni presentate dai correntisti truffati piuttosto che difendere quest’ultimi. Non solo, si scarica sulla vittima anche l’onere probatorio”.
Giacomelli (Codici): “L’utilizzo dell’home banking spesso è una scelta obbligata, ad esempio dettata dalla chiusura della filiale
“L’utilizzo dell’home banking – spiega ancora il segretario del Codici – è cresciuto notevolmente in questi anni, ma spesso è una scelta obbligata, ad esempio dettata dalla chiusura della filiale. Di fronte a questa situazione, bisognerebbe andare incontro ai consumatori, proteggerli in maniera ancora più forte dalle truffe, non lasciarli soli e senza difese. Indubbiamente è necessario uno sforzo per migliorare l’educazione finanziaria, ormai indispensabile per avere un livello minimo di protezione, ma il contesto generale non può essere ignorato. Non si può non tenere conto dell’abilità dei malviventi, scaricando ogni responsabilità sul consumatore per salvare le banche.
Ci auguriamo un cambio di rotta in questo senso. Nel frattempo, invitiamo i consumatori alla massima attenzione, a diffidare da messaggi o chiamate che avvisano di attacchi informatici al proprio conto. In queste situazioni, è bene mantenere la calma e contattare il proprio istituto, così da verificare la fondatezza della segnalazione ricevuta ed eventualmente agire di conseguenza. E naturalmente non ci si deve scoraggiare di fronte a sentenze come quella della Cassazione. Bisogna battersi per far valere i propri diritti ed è quello che continueremo a fare, tutelando i consumatori”.
L’associazione Codici è impegnata a fornire assistenza legale ai consumatori vittime di truffe bancarie. È possibile segnalare il proprio caso al numero 065571996 oppure all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org.
Max