In casa Pd le divisioni interne non tendono a ripianarsi e ognuno sembra seguire il suo credo. Ancora vige incertezza sul destino della segreteria del dem, ma tempo per aggiustare le cose ancora cè ne è. Lunica candidatura ufficiale alla guida del partito lha lanciata quasi due settimane fa il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dal palco del meeting Piazza Grande, tenutosi a Roma. Per il momento come papabile sicuro cè solo Zingaretti, visto che le altri correnti ancora non hanno proposto un nome. In attesa delle primarie, la battaglia per il Congresso si accende, con un grosso punto interrogativo da risolvere: quale saranno le intenzioni di Matteo Renzi. Si ricandiderà o no. Lex primo ministro vuole ricominciare dai comitati civici, proprosti in via ufficiale da Ivan Scalfarotto. Per costituirne uno sono necessarie almeno cinque persone che dovranno scegliere da un elenco di sette “sfide” su cui impegnarsi e che saranno selezionate dal Comitato nazionale. Carlo Calenda propone un cambio di nome sui social: niente comitati ritorno al futuro, commenta su Twitter, sarebbe come dire comitati Leopolda. Lex sottosegretario Sandro Gozi, che sogna un raggruppamento in vista delle elezioni Europee che vada oltre il Partito Democratico, già guarda al futuro, sbilanciandosi: “I comitati civici lanciati da Matteo Renzi possono essere un punto di partenza per una nuova formazione di liste civiche europeiste in vista delle elezioni europee. Lo vado ripetendo dal cinque marzo: il principale discrimine europeo non sarà destra/sinistra ma solidarietà europea contro nazionalismo, apertura contro chiusura”. I più scettici allinterno del partito, pensano che questa sia una sorta di strategia di Renzi per sondare il terreno ed essere pronto a dimettersi dal Partito democratico. Questo è il pensiero del primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, che ha voluto non partecipare alla Leopolda: “Penso che i comitati civici che sono stati lanciati a Firenze potrebbero essere un primo passo verso luscita di Renzi dal Pd. Matteo non ha ancora tirato fuori le sue carte, ma lidea di uscire cè”.Sul lato opposto, contrario alla politica renziana, sta marciando dritto per la sua strada Nicola Zingaretti, il primo ad essere sceso in campo nella battaglia, come detto, per la segreteria Pd, con i suoi comitati di Piazza Grande: “Ad oggi oltre 260 comitati aperti alla società per cambiare questo Paese”, scrive su Twitter. ll governatore del Lazio combatte la battaglia della discontinuità: il Pd cambi tutto o non ha senso, è il suo messaggio. “Ho pubblicato un articolo, Leconomia giusta, ho ricevuto migliaia di messaggi e condivisioni. O il pd cambia ricollocandosi con coerenza in una posizione nuova e promuovendo un altro modello economico e sociale fondato su uneconomia giusta e inclusiva, puntando sulla crescita e lequità, scommettendo sulla potenza della sostenibilità, o perde il senso stesso della sua esistenza. Dobbiamo cambiare, tutto”.