Zingaretti, Martina e Giachetti sono i tre candidati alla segreteria del Pd. Le parole e le posizioni dei tre leader avviati a darsi battaglia per la governance del Pd si intersecano tra loro in una sorta di differente unicuum strutturale: nel senso che, pur nelle loro differenti posizioni, i tre candidati sembrano comunque sostenere un concetto di fondo, quello di una necessaria ripartenza per un Pd uscito davvero male dalle ultime esperienze con le urne.
E se nella corsa a tre per il Pd Zingaretti sintetizza con il suo “voltare pagina”, Martina controbatte con lo slogan “Sfiduciamo Salvini”. Giachetti è pragmatico: “Il partito è vivo”.
Ratificato il risultato del primo round del congresso Pd fra gli iscritti, arriva il momento delle parole per i tre candidati.
“È arrivato il momento di presentare una mozione di sfiducia al ministro Salvini, ha violato la legge nel fare il suo lavoro”, afferma attaccando il vicepremier leghista sul caso Diciotti Maurizio Martina nel suo intervento alla convenzione nazionale del Pd a Roma, dopo la presentazione dei dati ufficiali della prima fase del congresso e dunque l’esito del voto dei circoli.
Nicola Zingaretti corrobora le proprie posizioni già sciorinate in queste settimane: l’unità strutturale nel dover però cambiare pagina al Pd dopo i recenti flop. “Voltare pagina significa mettere assieme ai successi i nostri limiti, ammettere gli errori di un riformismo che ci ha fatto superare la crisi, ma non ha evitato le difficoltà che hanno vissuto milioni di persone”. Senza però creare spaccature nel Pd afferma. “Da oggi viene per tutti noi la prova più difficile ma anche la più bella: no alla gara di insulti ma capire come aprire davvero fase nuova, sapendo che anche quando la pensiamo in modo diverso, è la diversità di una comunità. Hai ragione Maurizio: molti giornalisti mi chiedono ’cosa pensa lei dei suoi avversari in questo congresso?’ E la mia risposta è sempre: non ci sono avversai nel mio partito ma concorrenti”. Quando ai sospettati flirt con i 5Stelle dice: “Mi sono perfino stancato e lo trovo umiliante dover dire ancora che non voglio alleanze o accordi con i Cinque Stelle. Io li ho sconfitti due volte. Chi mi accusa di questo, imparasse a sconfiggerli”.
E infine c’è Roberto Giachetti: “il Pd è vivo, altro che partito in macerie”. Ma afferma anche che non ci potrà essere spazio per nessuna apertura a Leu: “Mai con chi ci ha distrutto”.
Quando all’ufficializzazione dei risultati, Nicola Zingaretti è al 47,38% (89.918 voti), Martina al 36,10% (67.749), Roberto Giachetti all’11,13% (20.887): questi gli esiti per i candidati alla segreteria del Pd che da oggi accedono alle primarie ai gazebo del 3 marzo.