Attraverso Whatsapp ha ricevuto lsos dellamica, che denunciava di essere stata rapita e tenuta prigioniera in uno scantinato in città. Subito allertati, gli agenti della squadra mobile di Asti hanno immediatamente sovrapposto la situazione alla denuncia di scomparsa di un padre, che da qualche giorno non aveva più notizie delle figlia. Così la 30enne è stata raggiunta e salvata dalla prigionia di uno scantinato, dove è stata trovata legata a un letto con i cavi di un telefonino. La 30enne, italiana, ha subito per 24 ore percosse e violenze sessuali da parte di un tunisino, che la teneva segregata da 24 ore nel luogo che condivideva con altri due connazionali. E stato così ricostruito che la ragazza aveva incontrato il tunisino – che conosceva e che una volta il suo indirizzo, luomo si è poi presentato in casa dellitaliana in compagnia di un amico, sapendo che la giovane viveva sola. Quindi è stata letteralmente prelevata e condotta nello scantinato, dove la 30enne è stata violentata più volte dal conoscente il quale, davanti a un cenno di reazione della sventurata, l’ha picchiata rompendole un vaso addosso. La 30enne ha raccontato di aver avuto la prontezza di riuscire a nascondere nei jeans il suo cellulare. Così, quando è riuscita ad approfittare di un momento di distrazione dei suoi aguzzini, fingendo di dover andare in bagno è riuscita a messaggiare alla sua amica. Come dicevamo, due tunisini (uno dei quali per violenza sessuale), dovranno rispondere di sequestro di persona mentre, un terzo, estraneo al sequestro e alla violenza, ma trovato nell’abitazione, è al momento soltanto indagato.
M.