Arrivano le parole del procuratore relativo al caso Sea Watch ed al comportamento della sua capitana Carola Rackete che, forzando il blocco e l’aut aut delle autorità italiane per arrivare ad attraccare a Lampedusa, ha finito per subire gli arresti (poi convertiti in domiciliari) e l’interrogatorio di rito.
Un percorso che ha prodotto le prime indicazioni da parte del procuratore Luigi Patronaggio. E’ infatti finito l’interrogatorio di Carola Rackete, la comandante di Sea Watch arrestata sabato mattina con l’accusa di aver forzato il posto di blocco della Guardia di Finanza.
Dunque la Capitana non avrebbe agito in stato di necessità. Stando a quanto ha dichiarato il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, dopo l’udienza, attendendo la decisione del gip sulla richiesta di convalida, non ci sarebbero stati grossi margini di ‘necessità’ dietro l’azione della comandante.
Aggiornamento ore 7.00
Carola Rackete la capitana della Sea Watch arrestata sabato mattina con l’accusa di aver forzato il posto di blocco della Guardia di Finanza resterà agli arresti domiciliari in una abitazione di Agrigento e non di Lampedusa. Il procuratore Luigi Patronaggio ha parlato in maniera netta circa la controversa vicenda della nave Sea Watch.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli ieri avevano peraltro inoltrato la convalida dell’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e resistenza o violenza a nave da guerra, e di applicare anche il divieto di dimora in provincia di Agrigento.
I reati oggetto di contestazione sono: rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate.
Il Procuratore ha dunque chiarito: “La comandante non ha agito in stato di necessità“. Secondo la sua ricostruzione della vicenda, dunque “la comandante di Sea Watch, Carola Rackete, non ha agito in stato di necessità. Abbiamo proceduto all’arresto perché, a nostro parere, non era obbligata ad entrare in porto violando l’alt della Guardia di Finanza”.
Queste le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, dopo l’udienza di convalida dell’arresto della comandante di Sea Watch. “Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli”, ha invece sostenuto Carola Rackete, al giudice per le indagini preliminari.
Aggiornamento ore 10.37
Patronaggio, ha dato ulteriori chiarimenti alla stampa in merito al caso di Carola Rackete e della Sea Watch. “A nostro parere la misura cautelare del divieto di dimora e’ commisurata al fatto”.
Inoltre Patronaggio ha chiarito che il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, “ha effettuato una perquisizione a bordo della Sea Watch proprio per acquisire materiale probatorio per eventuali contatti tra i trafficanti libici e i componenti della Sea Watch. Questo materiale è coperto da segreto investigativo”.
E ancora, conferma Patronaggio: “I magistrati del pool anti-immigrazione della Procura di Agrigento, nei prossimi giorni sentiranno la comandante Carola Rackete in ordine proprio a quest’altra contestazione: il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Il Procuratore ha poi concluso: “Verificheremo se i porti libici sono sicuri”. Intanto dalla Francia e dalla Germania arrivano forti critiche all’Italia. La portavoce del governo Macron conferma che l’esecutivo francese “si rammarica” che sulla vicenda “si sia arrivati a questa situazione”.
E il ministro Matteo Salvini ha reagito subito: “Visto che il governo francese è così generoso (almeno a parole) con gli immigrati, indirizzeremo i prossimi eventuali barconi verso Marsiglia“. Salvini: “Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto”.
E ancora, Salvini, va avanti con chiarezza: “In ogni caso siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca”.
Aggiornamento ore 16.27