Polemiche, rabbia, e risposte a tono. In questi termini si potrebbe sintetizzare quanto è emerso intorno alle parole di Salvini e Di Maio in relazione alla evoluzione della vicenda della comandante della Sea Watch, Carola Rackete, che è tornata in libertà.
“In Italia ci sono migliaia di giudici e magistrati che fanno bene il loro lavoro e non fanno politica con le sentenze. Quella di stasera è una sentenza che non fa onore e non fa bene all’Italia” ha dichiarato in queste ora il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una delle sue ormai note dirette su Facebook.
“Non ho parole. Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia? Mi vergogno di chi permette che in questo paese arriva il primo delinquente dall’estero e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro. La comandante tedesca ha deliberatamente rischiato di uccidere 5 ragazzi in divisa e tutto si risolve in una pacca sulla spalla e magari un bicchiere di vino con la signorina bianca, tedesca e ricca, un po’ annoiata. Se qualcuno pensa che io molli o che mi fermi ha sbagliato a capire”, ha tuonato Salvini.
Aggiornamento ore 7,48
Le parole al vetriolo di Salvini nei riguardi della vicenda della Capitana Carola, tornata in libertà dopo l’arresto per la vicenda della Sea Watch non finiscono qui. “Anche oggi al ministero ci siamo fermati a valutare a fermare altre navi complici degli scafisti. Ma proviamo a pensare a una nave di una Ong italiana con bandiera italiana in acque tedesche o olandesi – ha tuonato il vice premier leghista – che entra in acqua territoriali nonostante il no del governo, che ignora la legge, che avanza verso il porto di Amburgo, si ferma nei pressi del porto e una notte, staccando la radio, senza avvisare nessuno, parte verso il porto e sperona una motovedetta tedesca con a bordo 5 militari tedeschi che per miracolo riescono a scappare. E poi la comandante della nave italiana viene accolta dai tedeschi come se fosse una eroina e il giudice tedesco cosa fa? La scarcera“.
Parole molto ruvide, a cui si uniscono quelle di Luigi Di Maio. Il quale afferma con chiarezza: “Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rackete. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza. Il tema resta però la confisca immediata dell’imbarcazione. Se confischiamo subito, la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi”.
Queste le parole su Twitter del il ministro e vice premier Luigi Di Maio.
Aggiornamento ore 10.39
Il prefetto di Agrigento intanto ha firmato il decreto di espulsione. “Ho firmato pochi istanti fa il provvedimento di espulsione per Carola Rackete”, ha dichiarato il Prefetto di Agrigento Dario Caputo.
La decisione era stata annunciata dopo il provvedimento del gip che ha rimesso in libertà la comandante Sea watch dal ministro Salvini.
“Vedremo cosa accade adesso perché è previsto un ulteriore interrogatorio ma nulla impedisce la firma del decreto di espulsione”, ha aggiunto.
Va anche chiarito che in effetti questo decreto andrà in ogni caso sottoposto alla convalida dell’autorità giudiziaria. Intanto, momenti di caos sotto l’abitazione di Carola, con cartelli pro e contro Salvini.
A margine, poi, le nuove acredini tra Anm e Salvini. L’Associazione Nazionale Magistrati sottolinea gli “ancora una volta, commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici, che rischiano di alimentare un clima di odio e di avversione, come dimostrato dai numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del Gip di Agrigento pubblicati nelle ultime ore”, in merito appunto alla mancata convalida dell’arresto della comandante della Sea Watch. “Quando un provvedimento risulta sgradito al ministro dell’Interno – chiarisce una comunicazione della Giunta esecutiva centrale dell’Anm – scatta immediatamente l’accusa al magistrato di fare politica”.
Aggiornamento ore 13,33