Fino a ieri ha continuato a ripetere che “Serve un lockdown”, d’altra parte se Walter Ricciardi è il consigliere scientifico del ministero della Salute, non è certo per caso ma per riconosciute – anche all’estero – doti professionali. Tuttavia, complice questa continua alternanza mediatica di esperti – e di ‘sedicenti’ tali – non trascurando poi la spaventosa crisi economica che stiamo vivendo, gli italiani hanno iniziato a mostrare prima sempre più insofferenza (divenuta ora sfiducia), nei confronti del team di sanitari preposti alla lotta contro il coronavirus.
Evidentemente, per la maggior parte degli italiani, l’avvento del Prof Draghi è stato interpretato come un taglio netto rispetto alla precedente gestione Conte dove, ‘giustamente’, il Cts ha sempre goduto della massima considerazione da parte del governo.
Così, è bastato che Ricciardi, come molti altri suoi illustri colleghi, richiamasse tutti ad un rigore collettivo, per accendere il malumore della ‘piazza’.
“Chiedono le mie dimissioni? – ha replicato stamane il consigliere del ministro Speranza – Queste sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia: altrimenti mi faccio da parte”.
Quindi Ricciardi ha tenuto a rimarcare che, ”C’è una situazione epidemiologica oggi grave, ingravescente e incompatibile con gli assembramenti. E’ di fatto pericolosa per l’ arrivo di queste varianti che sono molto insidiose sia dal punto di vista della contagiosità che anche purtroppo della letalità. E sono pericolose anche per la capacità di sfuggire eventualmente al vaccino come nel caso della variante sudafricana per AstraZeneca. E davanti ai microfoni di Rai News Tg 24, ha ribadito che “Dobbiamo in questo momento serrare un po’ le fila e scegliere una strategia di aggressione nei confronti del virus non si inseguimento“.
In particolare, a suscitare le altrettanto ‘legittime’ proteste, l’improvviso stop agli impianti di risalita sciistici, annunciato poche ore prima dell’attesa riapertura. “Probabilmente non ha giovato questo passaggio di consegne – afferma l’esperto a proposito dell’avvento del nuovo esecutivo – ma di fatto la situazione epidemiologica prevedeva questo tipo di fenomeno già da ottobre novembre. Infatti quei Paesi che non hanno chiuso gli impianti sciistici sono quelli, come la Svizzera, che hanno fatto penetrare la variante inglese e che in questo momento sono in condizioni peggiori”.
Il monito è dunque abbastanza chiaro: ”Un rialzo dei casi con queste varianti è molto più pericoloso, basti vedere quello che è successo in Gran Bretagna: 1600 morti e decine di migliaia di casi, nonostante la più massiccia campagna di vaccinazione mai fatta in Europa. Questo significa che queste varianti sono veramente temibili, dobbiamo anticipare il virus e non inseguirlo”.
Di qui, da parte di Ricciardi, il motivo della sua ‘proposta’: “Fare una chiusura mirata magari concentrata nel tempo per abbassare la curva epidemica al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti, ricominciare a testare a tracciare come fanno per esempio i neozelandesi, che hanno chiuso con tre casi. E poi vaccinare vaccinare vaccinare a tutto spiano”.
Max