Quella che in teoria poteva passare come un interessante benefit per i dipendenti, si è rivelato invece un clamoroso autogol. L’azienda russa Tatprof ha pensato di offrire alle proprie dipendenti donne, per il mese di giugno, un bonus sui guadagni se si fossero presentate a lavoro con minigonne, tacchi alti e abiti succinti. Una mossa che il popolo dei social media ha subito etichettato come “disgustosa” e “sessista”.
“Se metti la minigonna, guadagni di più”. L’accusa di sessismo
Tatprof, un’azienda russa incentrata sulla produzione di alluminio, ha infatti lanciato una campagna di “maratona della femminilità“, in cui i dipendenti di sesso femminile possono guadagnare 100 rubli (1,19 sterline) in aggiunta al normale stipendio se indossano determinati indumenti per lavorare.
I criteri per ottenere il bonus erano anche piuttosto stringenti: la gonna o l’abito devono essere “non più lunghi di cinque centimetri dal ginocchio” e per agguantare qualche banconota in più, bisogna inviare prove fotografiche di come ci si è vestite all’azienda.
Aggiornamento ore 9.00
La bizzarra iniziativa dell’azienda Tatprof, che ha offerto un bonus in busta paga per le donne che accettassero di andare a lavoro vestite in modo sexy, ha fatto infuriare molte donne su Twitter che hanno criticato la compagnia. Una persona ha scritto: “Wow … Quindi Tatprof sta conducendo un concorso di femminilità per i suoi dipendenti in Russia, in pratica sembra che i padroni possano guardarsi le foto: abuso disgustoso del potere e sfruttamento delle donne”.
Un altro utente ha postato: “Questo è troppo scioccante nel 2019”. Un terzo ha aggiunto: “Un bonus di 100 rubli per le donne che arriveranno in gonne corte per … rallegrare il giorno di una squadra dominata dagli uomini, perché abbiamo bisogno del femminismo quando possiamo semplicemente compiacere gli uomini per soldi?”
Aggiornamento ore 11.00
Sulla bufera che ha investito la Tatprof è arrivato l’intervento in una radio russa di Govorit Moskva, un portavoce della compagnia. Secondo la sua versione, la campagna non era sessista e ha rivelato anche che 60 donne avevano già aderito con entusiasmo. “Volevamo rallegrare la nostra giornata di lavoro. Il nostro team è composto per il 70% da maschi e questo tipo di campagne ci aiuta a staccare la spina, a rilassarci. Questo è un ottimo modo per unire la squadra.”
Secondo il portavoce, “molte donne indossano automaticamente i pantaloni per lavorare, motivo per cui speriamo che la nostra campagna aumenti la consapevolezza delle nostre signore, permettendo loro di sentire la loro femminilità e fascino quando fanno la scelta di indossare una gonna o un vestito”.
Aggiornamento ore 14.00